@california1978 scrive:
La mia è una sintesi. Le domande che vi pongo, che pongo anche agli uomini sono: noi conosciamo realmente le donne? Quanto fastidio dà il fatto che la donna si sia evoluta? Cosa significa per le donne essere sè stesse, cosa noi non abbiamo davvero capito?
Le diversità psicologiche tra uomo e donna sono connaturate con il compito biologico che la natura ha assegnato loro, ma con un po' di sforzo reciproco i due sessi potrebbero e dovrebbero essere complementari. Più facile a dirsi che a farsi...
Io credo che gli uomini sappiano davvero poco delle doone o meglio credano di saperlo, ma non è così... Come accade con la storia che viene scritta sempre da coloro che hanno vinto la guerra, anche con le donne avviene qualcosa di simile. La storia della società e quindo anche quella delle donne l'hanno scrotta gli muomini come pareva loro.
In questo sono stati aiutati dalla religione che ha sempre visto nelle figura femminile Eva peccatrice, cui l'intero genere umano deve la cacciata da Paradiso e quindi la sventura di una vita di dolore e di fatica. Poi il cristianesimo ci ha messo del suo, assegnsndo alla donna il compito di partorire, di accudire figli e marito e di tacere, possibikmente. In alternativa a ciò c'èra solo la figura della prostituta, della donna perduta, simbolo demoniaco del sesso.
Quando i primi movimenti femministi, tra la fine dell'800 e gli imnizi del '900, le donne cominciarono e rivendicare diritti civili, come il voto, il diritto a possedere e a poter gestire il proprio patrimonio, a scegliersi liberamente un lavoro ed un campagno non imposto dalla famiglia, gli uomini entrarono in crisi.. Fino ad allora queste erano stati prerogative solo degli uomini, che cercrono con ogni mezzo di negare alle donne lo statis di libere cittadine im una parvenza di dirotto all'uguaglianza. Chi per millenni aveva considerasto la donna al servizio della famiglia se moglie e al servizio del desiderio sessuale del maschio se prostituta, è chiaro che non poteva accettare come nulla fosse un cambiamento così sostanziale e radicale in una società ancora totalmente patriarcale.
Oggi non è cambiato poi molto nel profondo della mentalità maschile e maschilista.
La donna per fare la stessa carriera di un uomo deve dimostrare di valere non solo di più, ma addirittura il doppio del concorrente maschile per ottenere lo stesso risultato. La donna per una parte dei maschi non è un entità a sé stante, ma una appendice al loro servizio... I tanti uomini che non accettano di essere lasciati da una compagna che ritengono loro proprietà arrivano, alle estreme conseguenze fino ad ucciderla, in base al motto "o con me o con nessuno"! L'uomo si sente ancora troppo spesso proprietario della fidanzata o moglie che sia, e non acceta la sua libertà e la sua indipendenza. Questo avviene non tanto fra uomoni della passata generazione che potrebbero avere la scusante di essere retrogradi, ma sempre più spesso fra i giovani, relativamente giovani maschi fra i 30 e i 50 anni... Perché? Perché il cambiamento epocale che in un trentennio ha portato le donne alla completa indipendenza economica con un loro lavoro, e ad una propria posizione sociale precisa, è stato un smacco per un certo tipo di uomo che non si è saputo adeguare alle novità di una donna libera e cosciente di sé. Il cambiamento è stato rapido e in molti non sono stati capaci di adeguarvisi.
Le donne non sono capite perché mentre esse crescono i figli maschi e ne seguonom le tappe della crescita, gli uomini non fanno altrettanto, perche non sono loro ed educare la prole, e così si sono trovati, loro malgrado, davanti ad un modello femminile che accettano in teoria, ma ripudiano nella pratica. I nostri padri che hanno fatto la guerra avevano capito che, in loro assenza, le donne avevano mmndato avanti le famiglie ed il paese e le rispettavano per questo. Ciò che è venuto dopo, invece è stato solo lo shock del cambiamento che alcuni non hanno accettato inconsciamente. Per un certo tipo di uomo il rifiuto della loro compagna è una ferita al loro amor proprio, alla loro mascolinità, perché non le ricomoscono lo stesso diritto all'autodeterminazione che hanno loro. Mentre le donne capiscono abbastanza l'indole maschile gli uomini fanno fatica ad entrare nella psicologia femminile e questo è uno dei fattori di disagio della coppia nella società attuale.
Quanti uomini sono seccati, nel loro profindo, senza ammetterlo,, di avere un capo donna nel lavoro, oppure come quanto si infastidiscono se un vigile donna li multà? Quanti si sentono superiori, in tante mansioni, anche se poi all'atto pratico non lo sono? C'è ancora un bel cammino da fare insieme per raggiungere un'armonia fra i due sessi. Le madri devono essere le prime ad insegnare il rispetto per la personalità femminile senza discriminaszione nell'educazione tra fratelli e sorelle, con l'aiuto di un marito che rispettìi lei stessa. Se questo avverrà come abitudine di vita, la prossima generazione ne avrà grande beneficio.