@brunalu scrive:
in cosa consiste questo "spirito" di cui sempre si parla? e perché mai dovrebbe sopravvivere al corpo? e che senso avrebbe il suo inglobare le vite se questo non porta nessuna utilità né all'uomo né al cosmo?
A mio parere è una teoria insensata.
Ogni riferimento al grande Filo è puramente casuale, ma con quello già detto in precedenza pensavo di essermi spiegato compiutamente su questa tematica, SEMPRE per quanto mi consta ovviamente. Affermavo che la spiritualità va a braccetto con le varie reincarnazioni, delle quali trae le esperienze, atte per RIavvicinarsi al proprio Creatore. Certo si fa molta fatica a concepire certe cose, condizionati come siamo dalla nostra esistenza nel tempo. Dio creò l'umanità infondendo in ogni uomo (donna compresa...) una parte del suo spirito, da quel momento l'umanità è chiamata a percorrere il lungo cammino della vita, non compatibile con un'esistenza sola, magari brevissima per giunta.
Al termine del percorso delle varie esperienze terrene, tra piccoli momenti di gioia, e le tante sofferenze, l'uomo, o meglio, lo spirito che è in lui acquisirà tutte le virtù che gli permetteranno di RItornare da Dio e ricongiungersi con Lui. In definitiva noi tutti siamo piccoli frammenti di luce che si rincorrono in un arabesco di chiari e scuri componendo il meraviglioso spettacolo della vita.
Io NON sono buddista, ma per meglio far comprendere il mio pensiero, lo cito perchè ANCHE gli insegnamenti del Buddha (come del resto di Krishna, Zoroastro, Mosè, Confucio, Platone ecc) riuscirono a portare luce a gente povera che ignorava, il quale Buddha, tra l'altro può essere in qualche modo accomunato a Gesù, almeno per la sofferenza che ha voluto conoscere. Due parole ancora sul buddismo. Ormai che ci sono... Il quale non è ateismo. Il buddismo è una religione e come tale parla d'amore ed è molto avanti perchè sa che la reincarnazione è una realtà, ne è cosciente e riconosce che l'uomo durante la vita deve migliorarsi per giungere a Dio. Concetti ripresi svariate volte da Gesù nelle sue parabole.
Il concetto che non ricorderemo ciò che siamo stati è ritrito abusato e fuorviante. In realtà ci compiaceremo di ciò che siamo stati e di essere arrivati alla fine a LUI, anche se il concetto risulta difficile da immaginare ora. Di più: non saremo più un singolo tassello non ancora incastrato negli altri (precedentemente ho paragonato le varie esistenze ai tanti tasselli di un puzzle, ma vedo che non ha funzionato...), ma saremo insieme agli altri in un tutto. Per unirsi a Dio dobbiamo necessariamente maturare ed ottenere una certa consapevolezza, questo è fondamentale, e una vita sola NON basta.