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RE: Galdor perdonami
Litigare per delle opinioni mi sembra assurdo.
Sul dolore, quello soffocante, quello che ti spegne le luci ed i colori del mondo non possono che dirsi cose ovvie, come quella appena detta da me.
Eppure non c'è nulla di più ovvio, nella vita di tutti noi, del dolore. Spesso si presenta all'improvviso, sotto svariate forme, e ci sfida, impossessandosi delle nostre vite per relegarle ad uno stato vegetativo.
Di fronte a fatti come quello del caso di specie, provo a svestirmi dei miei panni e di giudicare da uomo, da padre, prima che da uomo di legge.
La vita è un bene prezioso, incalcolabile, proprio per questo, credo che un evento, per quanto cruento ed ingiustificabile possa essere, debba coinvolgere meno vite possibili nel suo vortice.
Se il primo sentimento di chi si veda strappare un congiunto, specie se giovanissimo, da una situazione assurda è quello della "vendetta", dell'annientamento di chi ha provocato quel lacerante dolore, col passare del tempo quel sentimento si trasforma e, in molti casi, arriva persino a perdonare l'autore della tragedia.
Ho sempre cercato di spiegare ai miei bambini il valore della vita, a cominciare dalla propria e, di conseguenza a quella degli altri.
Ho cercato di far comprendere loro che volersi bene è il primo passo verso il rispetto degli altri in quanto nostri simili.
Insomma, senza voler sembrare un modello, ho tanti difetti come tutti voi, cerco di trovarmi nella condizione di chi "ha fatto quel che doveva, ovvero tutto il possibile, per educare i propri figli al rispetto degli altri, pur in presenza di un mondo in cui la parola rispetto tende a scomparire dal vocabolario di ognuno.
Da uomo e padre, non giudico quei ragazzi che hanno spento una giovane vita, ma mi chiedo se i loro genitori abbiano mai speso qualche parola per far comprendere loro quanto sia assurdo rischiare la vita propria e quella degli altri per delle stupide bravate.
Da uomo di legge dico che nessuna legge mai sarà in grado di riparare ad un dolore immane, nessuna giustizia, ammesso che si arrivi ad ottenerla, riuscirà a riempire un vuoto che, per chi purtroppo ci è passato, sarà presente per tutta la vita.
Chi sbaglia deve pagare, ma il costo non deve, secondo me, rappresentare l'annientamento di altre vite.
Mi chiedo solo una cosa, come mai questi genitori, ben potendo comprendere quale dolore i propri figli hanno procurato, non sentano il dovere morale di andare a manifestare la loro solidarietà, a chiedere scusa almeno di quel che non sono stati capaci di trasmettere ai loro figli, il rispetto per la vita altrui.
Infine, mi faccio una domanda, e se fosse capitato a me?
Non posso e non voglio, cercare una risposta.
Saluti
ph9337097
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