@Peltier14 scrive:
La questione e' che dobbiamo contare qualcosa in Europa e non stare con le braghe calate. E' chiaro? Basta con gli asservimenti e le sottomissioni ai poteri forti finanziari che hanno rovinato
Tra tutti i post e tra tutte le opinioni, mi permetto di rispondere al tuo con le seguenti considerazioni: vero quello che dici, ma purtroppo NOI NON SIAMO IN GRADO DI FARLO, almeno adesso come adesso.
Il peso di una nazione non è un valore attribuito dalle regole, ma un valore acquisito dalla nazione stessa; il suo peso ne è la conseguenza.
Ora, mi sembrano giuste le osservazioni di ComePioveva...solo che il PdR ha ufficializzato una sua opinione (che sicuramente si sarà formata col consiglio e la consulenza dei suoi tecnici)...ma detta così sempre personale opinione resta: siamo certi che, pur prevedendo alcuni mesi di alti e bassi, di oscillazioni dello spread, delle opinioni delle soc. di Rating la situazione non possa evolversi migliorando?
Questa posizione apre a tre considerazioni:
1)- Se è vero quello che dice il PdR...diventa veramente difficile un cambiamento, perchè sarà sempre impedito dalla dipendenza e debolezza nostra nei confronti degli altri stati.
2)- Anche ammessa questa debolezza e questa situazione...possiamo (...o meglio abbiamo il diritto) di provare a cambiare, assumendocene i rischi?
3)- Oppure dobbiamo, come unica possibilità di cambiamento, cercare di migliorare ma restando nei parametri e nel tessuto internazionale attuale?
Per cosa riguarda la nomina dei ministri, purtroppo l'articolo della Costituzione non è esaustivo in merito, tant'è che svariati costituzionalisti sono intervenuti, chi sostenendo che la voce "proposta" da parte del Primo Ministro sia vincolante per il PdR, chi sostenendo invece che il concetto di nomina, attribuito e riservato al PdR sia prioritario rispetto al concetto di proposta , chi sostenendo che sia essenziale il reciproco gradimento.
Mi sono andato a leggere tutti gli atti della Prima Sottocommissione della Costituente, relativi ai poteri attribuiti al PdR; mi sembra, dallo sviluppo degli stessi, che a parte quanto sancito in definitiva nell'art.83, l'orientamento sia stato quello di conferirgli anche un generale e fondamentale incarico di mediazione ed equilibrio, ma non ho trovato negli atti alcun emendamento o proposta relativa ad un eventuale o possibile potere di veto in merito alla nomina dei ministri. Ovviamente altre teste e menti, come prima detto, si sono interessate del problema...però queste sono le mie rilevanze. Mi chiedo quindi se in questo caso il PdR non si sia attribuito un potere non chiaramente sancito.