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I fatti La scrittrice albanese Elvira Dones ha scritto questa lettera aperta al Premier Silvio Berlusconi in merito alla sua battuta sulle “ belle ragazze albanesi” Venerdì 12 Febbraio 2010 in visita a Tirana,durante l'incontro con Berisha il premier Italiano ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto “ Faremi eccezioni solo per chi porta belle ragazze”.
LETTERA APERTA DELLA SCRITTRICE ALBANESE ELVIRA DONES
Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge , eppure qualche parola gliela devo , perchè il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care : “ le belle ragazze albanesi”. Mentre il Premier del mio paese d'origine , Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che “ per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione”. Io quelle “ belle ragazze” le ho incontrate, ne ho incontrate a decine di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite, violate, strozzate, devastate. A Stella i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte del Lazio, della Liguria e chissà quanti altri. E solo allora- tre anni più tardi- le incisero la sua professione sulla pancia; così per gioco, per sfizio. Ai tempi era una bella ragazza, si. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero. Sulle “belle ragazze” scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tv svizzera: andai in cerca di un altra bella ragazza, si chiamava Brunilda; suo padre mi aveva pregato di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se savan ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una stria lunga Presidente.... ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio. In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transazione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora nn avrebbe che da guadagnarci. Questa “ battuta” mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui infuria la polemica Bertolaso, ma si lega profondamente al pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e aziobni il cui rispetto per le donne è messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali costosi. Mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi. Merid Elvira Dones
P.S. Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione sper sentano l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad altre persone. Grazie