@AntonioDeColeraNap scrive:
Non se ne uscirà mai, se non cambiate mentalità.
Vedi Antonio.. per cambiare mentalità occorre ripristinare una fiducia nei tifosi che da molti anni è stata disattesa. Come si riconquista la fiducia? Semplice:
con la trasparenza.
Se ancora oggi ci sono in Italia (non all'estero) molte perplessità, queste sono dovute dalla struttura della federazione arbitrale l'AIA, che non è affatto indipendente dalle società di calcio che la finanziano indirettamente. Questo permette alle società, specie quelle più importanti e ricche, di fare pressioni incredibili sulla stessa federazione arbitrale.
Esempio: l'arbitro Finfunfanfo ha danneggiato un grande club nell'ultima partita? Bene, questo arbitro sarà tenuto a riposo, ma c'è di più; su esplicita richiesta, non potrà arbitrare per chissà quanto tempo, il grande club da lui danneggiato. Accade questo all'estero?
NO.Perché?
Un Mancherster United o un Chelsea o un Liverpool, non potrebbero mai avanzare una richiesta del genere e sai perché? Perché la federazione degli arbitri in Inghilterra si finanzia da sola e quindi non teme gli strali di chi mette i soldi in federazione.
Guarda un po':
Nel 2001, gli arbitri inglesi videro riconosciuto il loro status di professionisti, riuniti tutti sotto l’egida del PGMOB, ovvero il Professional Game Mathc Officials Board. L’associazione arbitrale, un organo esterno alla FA e alla Premier League, ha provveduto alla propria sopravvivenza con i soldi provenienti dagli sponsor: fino alla stagione 2010/11 gli arbitri inglesi sono stati sponsorizzati da Air Asia, per poi passare nella stagione successiva a Tune Group, sempre appartenente alla compagnia aerea malese. Nel 2012/13 viene siglato un accordo per una stagione con Expedia, mentre la stagione 2013/14 si apre senza sponsor per gli arbitri della Premier League, successivamente “marchiati” EA Sports, grazie ad un contratto che prevede l’utilizzo del logo della nota casa di videogiochi fino al 2019 per gli arbitri di Premier League e Football League.
Chi deve cambiare mentalità non sono i tifosi, ma chi gestisce la giostra del calcio in Italia.