A Nepheses che il 02/11/2008 19.50.21 ha scritto:
A T4ylor che il 02/11/2008 4.23.39 ha scritto:
La religione costituisce dei legami e permette a persone con le stesse idee sul trascendete e sulla morale di riconoscersi e conoscersi, di darsi un'identità. Il problema non è tanto la religione o la sua scelta, che dovrebbe essere naturale e compiuta nell'età della ragione, quanto la sua ingerenza nelle vite di chi non la segue.
Nasciamo e, crescendo, incontriamo nel nostro cammino, per lo più, una sola confessione di una sola religione e quella per noi è la Religione. Nasciamo puri e finiamo per imbrattarci, nostro malgrado, delle inibizioni dei bigotti e dei divieti senza senso; la Religione entra dentro di noi come una tossina e la dogmatica morale si annida come un ascesso a ridosso della ragione! Questa Religione, di libri falsi e contraffatti, non è altro che il germe della schiavitù, che lega l'ignorante alla sua salvifica ignoranza e il povero alla salvifica povertà. E' il trionfo di un'umiltà risile ed ipocrita, è la morte dell'amore, anzi è proprio la Morte. Questa Religione sono i roghi e i sacrifici umani, è diventata (o è sempre stata?) il sicuro albergo di pedofili e depravati! Ora, questa religione è sbagliata?
Il giusto e lo sbagliato non sono aggettivi attribuibili alla religione perché ne sono influenzati. Essere religiosi, di qualunque religione, non è un errore. Gli errori sono il proselitismo e la fame di potere.
Rispondo: premetto che non sono per la religione fatta in questo modo.
ma essenzialmente la religione la fa sempre la persona, come lo stato lo fa il cittadino e allora fermo restando che la religione debba essere altro da quello che abitualmente è (ossia dovrebbe essere spiritualità di assemblea cosa che singolarmente non potrebbe mai essere) chi è spiritualmente attivo o sta dentro una religione o ne sta fuori non cambia molto dato che lui cmq fa la differenza di gesti di opere e di tutto.
Rispondo: Quoto (in parte) Neph. Ridicoli i discorsi in cui si incolpa la Religione di ogni abiezione, come se la Religione fosse un meteorite cascato in testa a delle creaturine innocenti e pure contaminandole. E' finito il mito del buon selvaggio o dell'innocenza originaria. L'umano muore, è abitato da una mancanza, frana su un terreno scivoloso che lo porta ad aggrapparsi - ora con tenerezza ora con violenza - ad ogni appiglio, inutilmente. Dalla mancanza originaria che il mortale "è" e non "ha", brulicano creazioni illusorie, variazioni sul nulla. Ancora più stupido sostituire la vera religione a quella violenta e perversa, cambiano le modalità ma non il contenuto, quando non vi è contenuto alcuno..