A Nepheses che il 03/11/2008 12.47.34 ha scritto:
A Resonance che il 03/11/2008 12.30.44 ha scritto:
quello che vuoi ma non ti credere che dicendo questo dici qualcosa di eroico o di difficile da comprendere
sai non credo sia molto semplice da comprendere, infatti pare proprio che tu non lo abbia capito. Io non ho mai parlato di destino, non credo nemmeno nel destino, significherebbe credere che ci sia un disegno preimpostato da qualcuno/qualcosa e fare questo non è difficile, perchè è la certezza che l'essere umano ha uno scopo e sta compiendo un "viaggio" che porterà a qualcosa.. come se questa fosse una legge divina. Io ho parlato di crollo delle certezze e non di "avere delle sicurezze che ti fanno attaccare alla vita", hai capito esattamente l'opposto.. Ben venga se incontrassi persone le cui certezze sono svanite, persone che non han bisogno di inserire tutto in schemi mentali per vivere, anzi per trovare la motivazione di vivere. Non credere che sia facile essere attaccati alla vita sapendo che non c'è nessuno scopo, nessun finale a sorpresa, vivere semplicemente per crescere e non per avere qualcosa dopo. Le persone non sempre si rendono conto del motivo per cui vivono, molte credono che "un motivo deve esserci", "il destino", "le cose devono andare così", ma dubito che siano in molti ad accettare di vivere nonostante non ci sia nulla alla fine di tutto. Riguardo alla morte: si parlava di società, non di singoli individui.
PS: è molto più apprezzabile chi continua ad amare la vita, nonostante le crisi e non parlo di chi continua ad amarla perchè crede ciecamente che il volere di un qualche dio sia indiscutibile (quello è fanatismo religioso).
Rispondo: ora non ho tempo ma ci ritorno, non credo che quello che hai scritto si sarebbe capito in maniera diversa da come la ho intepretato, tanto meno questo qui sopra. forse più che combattere contro i mulini a vento c'è bisongo di chiarezza mi pare. a mettere una frase comprensibile non credo che si chieda la luna.
Rispondo: Neph, non c'è molto da capire, chiamiamola una banalissima etica del finito leggermente estetizzante....