bouree1951 scrive:
Insomma ciò che vediamo esiste perché esiste il nostro cervello.....?
Si potrebbe anche rigirare la risposta. Intanto dovremmo parlare di qualcosa che ha progettato il tutto, e con il tutto ora, intendo dire, tutto il mondo per noi visibile. Quindi, partendo da questo presupposto, resterebbe chiaro che, l'ideatore di tutto ciò abbia concepito un certo tipo di sviluppo evoluzionale, entro certi canoni e con certi criteri tali, da poter dotare un essere intelligente, ma anche un semplice altro essere di determinate caratteristiche e sensi, da poter viviere su un certo pianeta con certe risorse, anziché su un altro. Innanzi tutto ci dovremmo dotare di grande fantasia per poter concepire una grandiosità di creazioni che pur appartenendo a sistemi differenti, si possano sostanziare grazie a questo progetto, forse racchiuso in qualcosa come il DNA.
Detto questo, dovremmo anche capire che le creature facenti parte di questo grande sistema, verrebbero dotate (in base a certre caratteristiche planetarie e di razza) di specifici "strumenti" per sopravvivere ma anche per poter "indagare" l'esteriorità o l'esterno ad essi. Nel momento in cui, questo grande progetto preveda degli strumenti chiamati da noi "sensi", è chiaro che chi ha pensato a questa possibilità, aveva in mente già da prima, come una creatura potesse percepire il suo esterno. Se davvero l'esterno fosse stato così importante e vitale, saremmo dovuti essere dotati di una quantità e qualità tale di sensi da arrivare a delle conclusione più precise, circa la nostra natura e forse destinazione. Il fatto che siamo dotati di 5 sensi molto relativi la dice lunga, circa l'importanza del mondo esterno in rapporto a quello interno. Però, anche quello che ci arriva mediante questi 5 sensi, è stato studiato in modo da poterci far riflettere, ma soprattutto, da spostare la nostra attenzione su quanto "sentiamo" a livello intuitivo, più che di quanto vediamo o percepiamo a livello sensoriale. E questo se vogliamo, è la grande differenza tra un tipo di essere (noi) e un'altro. Tra l'essere intuitivo e quello meccanico.