@Peltier14 scrive:
RE: La pace esistenziale
Si puo' ricorrere a diversi espedienti per sottrarsi a un qualcosa che ci sta' davanti come un masso di granito: ci si sbronza,ci si droga, si cazzeggia nei forum, si lavora, ci si arricchisce,ci si riproduce,si fa' sesso, si fa' il talebano, ci si scolpisce il fisico, si fa' una crociata o una crociera, si fa' leggerezza e...………...Ma la condiziona esistenziale non muta. A che vi serve vivere unicamente per assolvere ad una serie di funzioni, se non sono collegabili a quel qualcosa che ci si ostina a non voler vedere, affossandosi in una ridicola Realta' quotidiana. Persino uno sguattero sa' che cio' che sta' facendo lo fa' per il suo padrone. Vivere una vita spensierata e leggera ,comme suggeriscono alcuni, e' come vivere facendosi una pera di oppio ogni 6 ore. La scuola esistenziale,legata all'ontologia dell'Essere ,e' l'unica occupazione che dovrebbe avere un vivente cosciente. Non certo per trovare una risposta in merito ,che sarebbe anche inutile, ma per distaccarsi da una condizione da cadavere. A molti, cio' conviene, poiché alimenta le società moderne sostenute da squallidi modelli di politica e finanza. Non ci serve la leggerezza degli idioti, e neppure una conoscenza impossibile,ci occorre un distanco critico e cosciente da una pratica demenziale quotidiana.
Si può provare a lasciar correre, ma poi, quando uno si pone da solo sopra un piedistallo alto un cm e rischia ugualmente di rompersi la capoccia sbattendo contro le pareti del proprio labirintico ego mentale... il buon samaritano che fà? Gli pone una simil zucca piena d'acqua, è doveroso, umano direi... Pace esistenziale intitola Peltier 14 (come il carbonio), ma da come incanala i suoi pIrichè... sembra più una crisi esistenziale. Si! la sua. Con questo non vorrei offendere ninguno, al limite mi difenderà lavvocatessa Bruna... Prego comunque l'amico Peltier di non sovrapporsi troppo alla sua conclamata antologia ontologica, non vorrei che G. Lukas e l'amicone A. Schopenhauer si siano messi alla ricerca del suo domicilio.
Detto questo, e per restare in tema, va detto che uno dei problemi più frequenti (e mai risolti) è quello di rendere meno dura la divisione tra uomo e uomo, tendendo verso quel concetto di amicizia che è stato sempre cercato e mai raggiunto (la mia solida amicizia con Sthula, essendo unica, non può far testo... :-))) ). Va da se il chiedersi come mai sia possibile che esseri umani, che in fondo hanno le stesse esigenze, gli stessi bisogni, non riescano a trovare un accordo, seppure mediocre. Gli esseri umani stentano a trovare un ritmo comune, e quando lo trovano si tratta pur sempre di un accomodamento.
La realtà è che due persone possono stare insieme a condizione che ciascuna di esse rinunci ad una parte di sè stessa e limiti pertanto la propria libertà. Sembra questo essere l'unico modo possibile per la creazione di un minimo rapporto sociale-esistenziale-spirituale. Alla base di tutto questo c'è una lacuna molto grave, che è proprio una lacuna di CONOSCENZA, con la quale ognuno di noi troverebbe la parte più vera, senza più grandi ostacoli, perchè la piattaforma sarebbe praticamente comune.
Un saluto