@bialy scrive:
Qui si va sul criptico....
Saluti
Ma non dirlo a nessuno:
IV° CHAKRA ANAHATA, "RISUONANTE SENZA PERCUSSIONE"
imageÈ localizzato nel cuore ed è il luogo dove risuona il mistico suono «ottenuto senza percussione», eco della prima vibrazione-fremito dell’universo in procinto di manifestarsi.
E' un loto di colore verde, con dodici petali su cui spiccano altrettante consonanti vermiglie: k, kh, g, gh, n (gutturale), c, ch, j, jh, n (palatale), t, th (linguali)
L’elemento correlato è l’aria rappresentata dallo yantra grigio fumo costituito da due triangoli che si intersecano formando una stella a sei punte, simbolo centrale d’equilibrio. E' lo yantra di Vayu, il dio del vento.
L’organo di senso rapportato all’anahata è la pelle, sede del tatto, mentre l’organo di azione sono i genitali per lo Shritattvacintamani, le mani e la facoltà di prendere per alcuni maestri yoga contemporanei.
La caratteristica principale di questo chakra è la mobilità, per cui la concentrazione operata sull’anahata fa muovere ciò che si desidera.
Il bijamantra «yam», cioè la lettera «ya» nasalizzata, è quello del dio Pavana, signore del vento, rappresentato come una divinità dal colore grigio fumo, con quattro braccia, il pungolo in una mano, seduto su un’antilope nera.
Nel puntino che viene posto sulla lettera per nasalizzarla è inscritto Isha, altro aspetto del dio Shiva, qui rappresentato di colore bianco come un cigno, con tre occhi e le due mani atteggiate nel gesto che dissipa la paura e in quello che elargisce doni.
La Shakti si proietta come Kakini, su un loto rosso, ebbra e addolcita dalle libagioni di ambrosia, di incarnato giallo come il lampo, vestita con una pelle di antilope nera, ornata di gioielli e di una ghirlanda di ossa, con tre occhi e quattro braccia, con il nodo scorsoio e il cranio in due mani e le altre due atteggiate nel gesto che dissipa la paura e in quello che elargisce doni.
E' ghiotta di riso e giuncata ed è associata al grasso, uno dei sette tessuti che secondo l’Ayurveda costituiscono il corpo.
Altri simboli compaiono in anahata: un triangolo con il vertice verso il basso che, quindi, rimanda sempre alla Shakti e che ospita il lingam Vana, aspetto aniconico di Shiva ornato dalla mezzaluna nei capelli, splendente come l’oro; l’hamsa, l’ocacigno che simboleggia l’anima incarnata, considerata come la fiamma di una lampada non agitata dal vento; il sole, i cui raggi illuminano i filamenti del pericarpo; un loto rosso a otto petali nel quale sorge il kalpataru, l’albero che esaudisce tutti i desideri ai piedi del quale, su un altare di gioielli e sotto un prezioso baldacchino, siede nel plenilunio la divinità d’elezione dello yogin, quell’immagine divina che più gli è consona in quanto incarna le virtù che egli si prefigge di realizzare.