@EtaPeta scrive:
Per te è meglio "vincere o partecipare"?,
perché mi sa che sei troppo "impegnato" a rimanere nella tua posizione.
Le "scale si fanno un gradino per volta" e sembra che tu non voglia fare neanche il "primo gradino".
Tu vedi "il fine o il mezzo"?.
La "scala è troppo alta" o non ne vedi semplicemente la "fine"
Per te è meglio "vincere o partecipare"?,
perché mi sa che sei troppo "impegnato" a rimanere nella tua posizione.-R- Sicuramente molti partecipano, il più meritevole vince. Io partecipo, se vuoi che però mi impegni devi essere meno concentrato su alcuni dettagli, che io valuto sempre e comunque, ma che non mi convincono per come mi vengono illustrati, spiegati, mostrati. Credo di essere ben oltre i luoghi comuni, che spesso vengono ripresi come fossero delle verità (non mi riferisco necessariamente a te) ed alcune mie affermazioni, che volutamente rendo semplici ed elemntari, non lo sono affatto: la faccio facile perchè venga compresa al meglio, indipendentemente dalle capacità dei miei interlocutori.
Le "scale si fanno un gradino per volta" e sembra che tu non voglia fare neanche il "primo gradino".Ecco, potrebbbe essere un luogo comune anche questo, io magari, a seconda di come sto le faccio anche a due o a tre alla volta, dunque non so cosa vuoi dirmi effettivamente, io ho interesse per gli altrui punti di vista, cerco di capirli, di valutarli secondo le mie 'vedute', di gradini ne salgo e ne scendo a iosa, il fine non è predeterminato, ma libero, possibilistico...
Tu vedi "il fine o il mezzo"?.
La "scala è troppo alta" o non ne vedi semplicemente la "fine"La scala sarebbe il 'comprendere' generico oppure il 'credere'? Il comprendere, sempre gradito, sempre ricercato, ma se quella scala fosse (nelle intenzioni) diretta verso Dio, sappi che a tutte le mie possibili 'osservazioni' essa appare diretta verso un cumulo di nubi fitte e grigie: non mi appare affatto che in cima ci sia una vera 'luce' anzi, nel metodo e a volte anche nella sostanza le disquisizioni finalizzate a diffondere 'verbi lucenti' generano effetti assolutamente opposti, contrari.
Dovremmo smetterla di parlare attraverso 'luoghi comuni', di dire 'qua non è il caso di spiegare', e (forse) solo in questo modo quei nuvoloni si proverebbero a diradare, potendo dare spazio ad una luce che, seppur lontana, almeno fosse intuibile.
Io cerco Dio, non attraverso le storie millenarie, mitologiche, che non mi allettano, che mi sembrano Totem, talismani, nubi, ma attraverso l'esempio, attraverso la mia vita attuale e non futura (ipotetica), non attraverso le tracce mentalmente 'costrette' da una formazione 'deformativa', ma attraverso segni attuali di 'illuminazione', di speranza non vana, di segno umano, non divino...