@KitCarson1971 scrive:
La magia dunque va intesa per quel che era, NON per quello che l'hanno fatta diventare.
Resto dell'avviso che la magia non esista. Partendo dalla scienza e dalla conoscenza di un fenomeno (non magico, ma replicabile, dunque scientifico!) da sempre si è voluto illudere, mettendo in pratica certe sceneggiate, di possedere capacità 'soprannaturali', dunque 'magiche', azione che spesso riesce perché esistono quelli che 'vogliono crederci', vogliono sognare in un certo senso ad occhi aperti, e dunque questi, e la loro 'convinzione' acritica o sognante, danno spessore alle schiere di 'maghi' che, nella storia e ancora tuttora, abbondano e, in definitiva, carpiscono la buonafede di questi ultimi.
Della serie e senza dubbio: il trucco c'è, magari non si vede, ma c'è sempre.
In merito agli alterati stati di coscienza, quale è il valore che vuoi attribuire al sogno?
Tutti facciamo sogni più o meno realistici, io ne faccio di estremamente dettagliati, chi può dire o sostenere che quel mio sogno sia una realtà? Qualcuno ne ha fatto parte (in qualsiasi stato di coscienza si voglia) in maniera da testimoniare che io abbia realmente 'vissuto' quella esperienza onirica? Se ciò non avviene, per nessuna ragione si dovrebbe consentire di mischiare lo stato reale di mondo esistente (percepito o non, ma questo è un altro paio di maniche, se vuoi ci ritorniamo su questo punto) con quello che è stato fantasticato esclusivamente nella mente di qualcuno di noi!
Per me, dunque, se si trovano 'ombre', tracce di materia 'onirica' nello stato cosciente propriamente detto, bisognerebbe avere l'attenzione di filtrarle, evitando di costruire su di esse castelli di sabbia, per quanto mi riguarda, se una persona non è nel pieno delle sue facoltà mentali, non è mai attendibile, casomai può essere vero il contrario, e cioè che anche se la persona è completamente presente a se stessa, può comunque convincersi erroneamente, interpretando male la realtà, o percependola in maniera particolarmente 'soggettiva'.