@Peltier14 scrive:
Ora se sposiamo questa possibilita' , in che modo la nostra esperienza o piu' esperienze in vita sarebbero utili? A chi? o a che cosa? E dove verrebbero tratte le linee guida di questi comportamenti?
Ciao Peltier. Il mio convincimento del perchè e a CHI le nostre esperienze terrene sono indissolubilmente legate (necessarie), l'ho più volte ribadito, dovrei ripetermi, cosa che non mi comporta svilimento. Un utente occhialuto mi ha, per così dire, temprato in tal senso... oltretutto caro Peltier, mi sembrava che in alcuni frammenti razionali, più sensibili di altri, le nostre rispettive opinioni collimassero, non divergendo affatto. Sul sottoscritto aggiungo solo che l'iniziale sgomento (anno 1991...) per informazioni ricevute da menti fuori dell'ordinario, in sedute medianiche, mi ha in seguito consentito di varcare il "Rubicone" della comune retorica invulsa ed avulsa. Ma pure quel tempo ha fatto da tempo il suo tempo...
Andiamo al dunque, se così si può dire, in altri dettagli e considerazioni. Il significato di reincarnazione (Karma) si connette a prese di coscienza distorte che dovranno essere raddrizzate, Dovranno cioè diventare "precise", reali, sulla scorta dell'esperienza "negativa" già fatta. Logica vuole che NON si tratta di punizioni che si scontano in questa o nella vita successiva, in seguito a "peccati" commessi. Finchè l'umanità è bambina, è forse necessario farle capire che vi possono essere "peccati" e "punizioni" (non facciamo lo stesso con i bambini ERRONEAMENTE?!, ma ad una umanità più adulta si può e si deve fare un discorso più vicino alla realtà delle cose.
Esistono quindi solo errori più o meno gravi, non peccati. Di conseguenza non esistono punizioni, ma soltanto "correzioni" di quegli errori. Ovvero azioni, riflessioni, magari umanamente, sofferenze atte a farci capire quegli errori, atte a farci capire come stanno esattamente le cose, nella realtà esteriore, e nelle eventuali conseguenze interiori del nostro comportamento verso gli altri. Ecco che dall'elementare, primitivo concetto di "karma" emerge un'idea più elevata e più giusta nell'itinerario che lo Spirito, il nostro io più profondo e vero, deve percorrere di tappa in tappa per conquistare frammenti sempre più ampi di conoscenza, di verità o, per meglio dire, di REALTA', sia di quella esteriore che, soprattutto, di quella interiore al SE'.
La domanda ricorrente, un pò infantile, concedimi, è del perchè non si ricorda (salvo rarissimi casi) la (le) vita precedente. Entriamo nel merito, ma ALLARGHIAMO il solito sentire, pensiamo che ricordare vite passate, od anche solo la nostra precedente fase di esistenza, con le sue connessioni con quella attuale, significherebbe ricordare i torti subiti, i danni che altri ci hanno arrecato, le delusioni patite a causa di persone magari amate e poi odiate: persone che potremmo incontrare di nuovo oggi e intimamente riconoscere, grazie al sottile potere dello spirito, all'intuizione, con conseguenti odi, disagi, amarezze, ecc ecc.
Un saluto