Se, come molti pensano, una parte di noi immagazzina dati (positivi o negativi che siano) per poi avere una collocazione nell'universo e poterne usufruire per evolvere dopo la morte del corpo, cosa succede a coloro che non sono in grado di immagazzinare dati per via, per esempio, di malattie o particolari condizioni psicologiche? Spiriti di serie B?..... Impossibile, si spera...

@marianute :


L'ho già detto ma mi permetto di ribadirlo, per quanto mi costa ovviamente, che il cervello e la mente sono cose distinte e separate, ovvero che la mente (in senso spiritualistico), sia indipendente dal cervello, pur con esso in convivenza insieme al corpo. Quindi, in quest'ottica, nessuna deficienza fisica, neuronale compresa, potrà mai impedire allo spirito (temporaneamente inglobato nel soma) di fare quell'esperienza terrena che gli serve e per la quale ha preposto la propria (le proprie...) incarnazione.
Un saluto

Mi arrovellavo sulla gestione del libero arbitrio, sulla fatica che costa dire di no quando hai voglia di dire si e viceversa. E di conseguenza, la capacità di sacrificio e contenimento che verrebbe premiata in qualche modo nell'aldilà (anche su testi non cristiani), in base proprio a questo sforzo volto a contrastare quegli egoismi che causano dolore agli altri e, in certi casi, pure a noi stessi.
Il "premio" sembra essere notevole...mi viene in mente che presso gli indiani d'America, i pazzi erano considerati vicini a Manitù e quindi sacri...

@marianute scrive:
(anche su testi non cristiani)

Gen 8, 2012 | Archivio Storico
RICERCHE SULL’ULTIMO MAGO E SULL’ULTIMA SCUOLA DI MAGIA.
di Jean-Baptiste Millet-St-Pierre
Prima Parte
Estratto dalle Publications de la Societé d’Etudes Diverses, 1857-1858, pgg. 431- 484 (ripubblicato l’anno seguente in forma di estratto).
Nondimeno bisogna convenire che il genio così minuziosamente tecnico e didattico ... Solo, ogni serie di colori nei tarocchi è formata da quattordici carte invece delle . lui era pervenuto a decifrare la lingua parlata da questo prezioso libro per ... ci ricordano il volantino che distribuiva ad Havre, or sono una trentina d'anni

GPS.1 .....mi piacerebbe conoscere come ha fatto il medico a misurare la differenza di 21 grammi su un peso medio di una persona , senza tener poi conto delle perdite dei liquidi dovute al trapasso.

GPS.1 .....mi piacerebbe conoscere come ha fatto il medico a misurare la differenza di 21 grammi su un peso medio di una persona , senza tener poi conto delle perdite dei liquidi dovute al trapasso.

Infatti non ci credo. 21 grammi de che?

L'ho sentita anch'io la faccenda dei grammi persi quando l'anima lascia il corpo. Pazzesco come si tenti sempre di "misurare" tutto con il nostro metro per possederne in qualche modo il controllo.

Io non credo nella sopravvivenza dello spirito, perchè non ho elementi da avallare.
Tuttavia la mia opinione personale (con condivisa con nessuno fino ad ora) è che esista una sorta di trasmutazione in quelli che si possono definire esseri di luce (bianchi o rossi).
Quello che invece sostengo (e lo ho fatto in più di una occasione), è che esiste la sopravvivenza dell'anima.
Si può dire che l'anima "vive" anche dopo la morte del corpo fisico.
Anche se forse sarebbe meglio dire che "torna ad essere nel divino".
Per rispondere direttamente al topic, sì esistono anime di "sarie A" e anime di "serie B", se così non fosse anche gli animali andrebbero rispettati come esseri trascendenti la morte fisica, e la maggior parte delle religioni non lo fa.

@EtaPeta : Potrebbe questo allacciarsi in qualche modo con -...ci sono stelle (anime) che nell'aldilà brilleranno molto, e stelle che brilleranno con luce modesta, ma ogni stella sarà soddisfatta della propria luce senza invidiare l'altrui...-lo scrisse un santo famoso, ma non ricordo ora il nome.

Si conosce l'esperimento del "peso dell'anima", ma le considerazioni attinenti sono molteplici,per esempio vi sono trapassi sereni e trapassi tormentati, per cui si dovrebbe supporre una perdita di peso differenziata. Per dare un senso (che NON condivido) a questo esperimento si dovrebbe entrare in una concezione strettamente monista, che vede corpo e anima come elementi inscindibili di un tutto (corpo animato e anima corporata), per arrivare a spiegare la perdita di peso al trapasso come diminuzione di tutto il composto: sarebbe cioè l'anima corporea a segnare un indice ponderale più basso.

Personalmente ritengo l'anima ben diversa e con finalità ben più definite (o indefinite secondo le visuali...)di ciò che sovrasta il tutto, ovvero lo spirito.
Un saluto