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eutanasia si o no?
EUTANASIA: ALTRO PROCESSO SU ELUANA ROMA - E' "un sussulto di umanità e di libertà verso una vittima sacrificale del codice deontologico dei medici e della Legge". Così Beppino Englaro, padre di Eluana, ha commentato la notizia che la Cassazione ha disposto un nuovo processo d'appello nella vicenda di sua figlia, che dal 18 gennaio del 1992 si trova in stato vegetativo a causa di un incidente. Per lei il padre si batte da tempo perché sia sospesa l'alimentazione artificiale.
La Corte di Cassazione ha precisato tuttavia che "l'idratazione e l'alimentazione artificiali con sondino nasograstrico non costituiscano in sé, oggettivamente una forma di accanimento terapeutico, pur essendo indubbiamente un trattamento sanitario".
La prima sezione della Corte di Cassazione ha quindi deciso che il giudice "può, su istanza del tutore, autorizzarne l'interruzione soltanto in presenza di due circostanze concorrenti: a) la condizione di stato vegetativo del paziente sia apprezzata clinicamente come irreversibile, senza alcuna sia pur minima possibilità, secondo standard scientifici internazionalmente riconosciuti, di recupero della coscienza e delle capacità di percezione; b) sia univocamente accertato, sulla base di elementi tratti dal vissuto del paziente, dalla sua personalità e dai convincimenti etici, religiosi, culturali e filosofici che ne orientavano i comportamenti e le decisioni, che questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione del trattamento". "Ove l'uno o l'altro presupposto non sussista, deve essere negata l'autorizzazione, perché allora va data incondizionata prevalenza al diritto alla vita, indipendentemente dalla percezione, che altri possano avere, della qualità della vita stessa".
PAZIENTE HA DIRITTO SACRIFICARE SUA VITA - "Deve escludersi che il diritto alla autodeterminazione terapeutica del paziente incontri un limite allorché da esso consegua il sacrificio del bene della vita". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, depositate, con le quali ha dato il via libera a un nuovo approfondimento processuale del caso Eluana Englaro.
I supremi giudici della prima sezione civile ritengono che "la salute dell'individuo non possa essere oggetto di imposizione autoritativo-coattiva". Di fronte al rifiuto della cura da parte del diretto interessato - prosegue piazza Cavour - c'é spazio (nel quadro dell"alleanza terapeuticà che tiene uniti il malato e il medico nella ricerca, insieme, di ciò che è bene rispettando i percorsi culturali di ciascuno) per una strategia della persuasione, perché il compito dell'ordinamento è