segnala
per imbecilli e zoccolette
offro questo testo alla solita plebaglia di imbecilli e penose puttanelle loro amiche conn la sicurezza che del testo non ne capiranno un cazzo e con l'avverimento che piu' scrivono in cotale maniera e piu' mi ricarico ihihihihih il divertimento e' troppo grande domani postero' alcune perle giapponesi raccolte tra alcuni post inseriti da voi che ,secondo la vs logica demenziale dovevano essere di offesa,di umiliazione e di punizione nei miei confronti e che invece hanno sortito l'effetto contrario grosse risate e notevoli scompiciate Posso dire con orgoglio che io scherzando scherzando ,ho sempre detto la verita'
Gl'illetterati che leggono qualche celebrato autore, non ne provano diletto, non solo perché mancano delle qualità necessarie a gustar quel piacere ch'essi possono dare, ma anche perché s'aspettano un piacere impossibile, unabellezza, un'altezza di perfezione di cui le cose umane sono incapaci. Non trovando questo, disprezzano l'autore, si ridono della sua fama, e lo considerano come un uomo ordinario, persuadendosi di aver fatto essi questa scoperta per la prima volta. Così accadeva a me nella prima giovinezza leggendo Virgilio, Omero ecc
Soleva considerar come una pazzia quello che dicono i Cappuccini per iscusarsi del trattar male i loro novizzi, il che fanno con grande soddisfazione, e con intimo sentimento di piacere, cioè che anch'essi sono stati
trattati così. Ora l'esperienza mi ha mostrato che questo è un sentimento naturale, giacch'io giunto appena per l'età a svilupparmi dai legami di una penosa e strettissima educazione e tuttavia convivendo ancora nella casapater-na con un fratello minore di parecchi anni, ma non tanti ch'egli non fosse nel pienissimo uso di tutte le sue facoltà vizi ec. siccome non per altro (giacché non era punto per predilezione de' genitori) se non perch'era mutato il genere della vita nostra che convivevamo con lui, an-ch'egli partecipava non poco alla nostra larghezza, ed avea molto più comodi e piaceruzzi che non avevamo noi in quell'età, e molto meno incomodi e noie e lacci e strettezze e gastighi, ed era perciò molto più petulante ed ardito di noi in quell'età, perciò io ne risentiva naturalmente una verissima invidia, cioè non di quei beni giacch'io gli avea allora, e pel tempo passato non li potea più avere, ma mero e solo dispiacere ch'ei gli avesse, e desiderio che fosse incomodato e tormentato come noi, ch'è la pura e legittima invidia del pessimo genere, ed io la sentiva naturalmente e senza volerla sentire, ma in somma compresi allora (e allora appunto scrissi queste parole) che tale è la natura umana, onde mi erano men cari quei beni ch'io aveva qualunque fossero, perch'io li comunicava con lui, forse parendomi che non fossero più degno termine di tanti stenti dopo che non costavano niente a un altro che si trovava nelle mie circostanze, e con meno merito di me, ec. Quindi applico ai Cappuccini i quali trovando la sorte dei fratelli minori che sono i novizi dipendente da loro, seguono gl'impulsi di questa inclinazione che ho detto, e non soffrono che si possano dire a se stessi essere scarso quel bene a cui son giunti poiché altri gli acquista con assai meno travaglio di loro, né che abbiano a provare il dispiacere che questi tali non soffrano quegl'lncomodi ch'essi in quelle circostanze hanno sofferti :specchio :specchio :testata :testata
7602197
offro questo testo alla solita plebaglia di imbecilli e penose puttanelle loro amiche conn la sicurezza che del testo non ne capi...
Discussione
09/10/2007 0.00.06
none
mi piace
iLikeIt
PublicVote