segnala
la montagna
Improvvisamente mi sono trovata davanti ad una montagna.
Ho realizzato che dovevo scalarla, conquistarla, mostrarmi più forte di lei, raggiongere la sua vetta innevata, così impervia ma anche così pura, ovattata, in grado di abbracciare, con la sua maestosa bellezza ogni sofferenza, ogni dolore.
La salita. Ho penato tanto, ogni giorno guardavo verso il basso, osservavo la distanza che avevo messo tra me e la disperazione, la sopraffazione, il male.
Ogni giorno salivo un pò; metaforicamente ogni salita rappresenta l'elevazione, la purezza, la liberazione da tutto ciò che, terreno, ti inchioda ad un'esistenza a volte difficile da mandar giù.
Poi ho trovato la tua mano, mi ci sono aggrappata con tutte le forze, poche, che mi erano rimaste e, le volte che mi hai sentita scivolare, hai avuto la percazione di perdermi, ma io ero lì, ed in quell'assenza contavo i fiocchi di neve che silenziosamente avvolgevano i nostri pensieri.
Poi ho cominciato a vedere verso l'alto, la cima, la vetta, la purificazione. Un senso di stupore misto ad una crescente inquietudine mi ha portata a salire, mentre le nubi, la nebbia, mi coprivano il fondo dell'abisso che avervo lasciato alle mie spalle.
Ora sono qui, sempre aggrappata alla tua mano, ma con un dubbio; forse non ho bisogno di raggiungere quella vetta, forse questa scalata ha un senso se posso farla assieme a te, e questo profondo significato mi strugge.
Non debbo salire sulla cima per farmi scaldare dal sole, per vedere che giù, in fondo, c'è una valle fiorita e rigogliosa, la forza sta in quella tua mano stesa a cercare la mia ed in quegli occhi che vogliono forzare questa mia anima chiusa in un cassetto segreto.
Non provo stanchezza, nè fatica, solo tanto amore e desiderio di liberare tale amore dalle catene cui da troppo tempo è rimasto schiavo
Ruth