DuPalle scrive:
Insomma che rispondere, ci penso un attimo su, in effetti quei sedici anni me li ricordo ancora, speravo di cambiare il mondo, ci credevo e sono felice di averci creduto.
Però pensavo ... te li ricordi i "nostri" sedici anni ?
Noi si occupava la scuola nel vero e proprio senso della parola.
Ci si stava, giorno e notte. Non entravano i professori e tanto meno il preside.
Nel mio istituto avevamo organizzato "corsi" al mattino che servissero a non perdere troppo del programma, ovvero i ragazzi delle classi più alte aiutavano i più giovani nella comprensione delle materie che parevano più ostiche.
Nel pomeriggio si faceva un innocuo casino e di notte si dormiva nei sacchi a pelo sui banchi affiancati.
Oggi vanno a scuola, la dichiarano "occupata", ma seguono le lezioni regolari tenute ordinariam dai professori e il preside prende atto dell'occupazione, ma gongola perchè nulla è diverso rispetto alla quotidianità.
Nel pomeriggio tutti a casa a fare i compiti (!) e la notte ognuno nel lettino della propria cameretta.
Noi (nel senso della generazione, non nel senso del singolo) non siamo stati capaci di trasmettere molto ai ns figli. Men che meno degli ideali.
In compenso, però, li abbiamo stra-viziati.
:-(