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La nave libica attracca in Egitto
da la stampa
Amalthea che trasportava aiuti umanitari per Gaza è arrivata ieri sera nel porto di El Arish
E' approdata questa notte in Egitto la nave libica Amalthea con aiuti per la popolazione palestinese. Si è così conclusa senza le temute violenze la vicenda che aveva fatto mobilitare la diplomazia internazionale da quando il cargo, battente bandiera moldava ma promosso dalla Fondazione Gheddafi, era partito dalla Grecia sabato con l'intenzione di arrivare direttamente a Gaza, forzando il blocco isrealiano.
La nave, con a bordo attivisti umanitari e un carico di 2.000 tonnellate di aiuti, sotto blocco navale israeliano, ha attraccato ieri sera nel porto di El Arish, nel nord del Sinai, una cinquantina di chilometri a sud-ovest della Striscia. Da qui i medicinali oggi verranno scaricati e diretti via terra attraverso il valico di Rafah, mentre le derrate alimentari verranno trasportate dal valico di Awja.
Il cambio di rotta del cargo verso l'Egitto era stato annunciato poco prima dalla tv di stato egiziana e confermato a Tripoli dalla Fondazione Gheddafi, presieduta da Seif al Islam Gheddafi, figlio del leader libico Muammar. «L’obiettivo dell’Amalthea - ha dichiarato Yussef Sawan, direttore esecutivo della Fondazione Gheddafi, citato dall’Afp - è stato raggiunto senza spargimenti di sangue», motivando la decisione di cambiare rotta per «salvaguardare la sicurezza di tutte le persone a bordo». «Gli israeliani - aveva detto in precedenza Sawan, prima dell’annuncio del cambio di rotta - ci hanno fatto scegliere se tornare indietro o dirigerci verso il porto egiziano, minacciando di ricorrere alla forza e di scortare la nave verso il porto israeliano di Ashdod».
Già diverse ore prima dell’annuncio della Tv egiziana, i segnali che giungevano da Israele erano comunque ispirati a un cauto ottimismo. Un portavoce militare aveva detto che unità della marina stavano seguendo costantemente i movimenti della nave e che il cargo si stava dirigendo verso El Arish. Al tempo stesso aveva avvertito che la marina restava pronta a impedire anche con la forza un eventuale tentativo di forzare il blocco marittimo israeliano davanti alla Striscia. La scorsa notte il cargo era stato costretto a fermarsi per alcune ore a causa di un asserito guasto al motore, mentre da una delle navi della marina israeliana che l’accompagnavano giungevano via radio al comandante imperiose richieste di spiegazioni sulle cause dell’arresto.
Per giorni, malgrado i ripetuti avvertimenti israeliani, un’ incertezza, forse voluta, e segnali contraddittori avevano coperto la vera destinazione dell’Amalthea. La Fondazione ancora mercoledì mattina aveva insistito sul fatto che l’equipaggio della nave era deciso a raggiungere Gaza. In realtà, dietro le quinte sembra si sia svolta una serrata partita diplomatica per arrivare a una soluzione pacifica, mentre è ancora vivo nella memoria il sanguinoso arrembaggio israeliano alla nave turca Mari Marmara, il 31 maggio scorso, nel corso del quale furono uccisi nove attivisti turchi filopalestinesi.
La stampa israeliana, riprendendo notizie apparse su alcuni media arabi, ha riferito di una mediazione che avrebbe visto coinvolto un uomo d’affari austriaco, Martin Schlaff, che ha legami economici con la Libia e anche con Israele.
COSA PENSATE?
CVD
tante parole grosse fatte dalla libia
salvo poi farsela addosso e spedire la sua nave in egitto anzichè mandarla a forzare il blocco navale israeliano come avevano detto di voler fare