mynameiselvis scrive:
quindi quelli che hanno fatto come te e sono venuti a Prato, hanno lavorato, invece che per lo stato, in fabbriche, contribuendo ad arricchire gente che quando non gli č pių convenuto hanno portato le loro aziende altrove, e adesso sono disoccupati, meritano la loro attuale condizione? in cosa hanno sbagliato pių di te?
Non dico che la meritano, ma fa parte del gioco. Conosco un'infinitā di meridionali, anche amici miei, che dopo aver fatto gli operai hanno avuto la capacitā di migliorare la loro condizione aprendo piccole imprese, negozi e altro... in poche parole, non si sono fermati a questo. Un mio amico napoletano che era portato alla falegnameria, ha lavorato per 10 anni in un materassificio, una vita dura, senza orari. Adesso ha una falegnameria in proprio con la quale si toglie molte soddisfazioni. Alcuni operai che non avevano niente, grazie alla loro voglia di fare, fanno oggi proprio quello che adesso recrimini agli industriali, producono all'estero. Chi č capace sa guardare avanti, chi non lo č si aspetta un lavoro che duri tutto l'arco della sua vita. Quest' ultimi, il massimo che possono chiedere a loro stessi, č trovare un altro posto da operaio se perderanno il posto che hanno. Pochissime persone fanno un solo lavoro nella vita, ma tantissime non vogliono fare di pių di quello che hanno giā, per paura pigrizia abitudine o incapacitā. Sono quelle che rischiano di pių.
Nella vita ci sono persone che giā nascendo hanno delle buone carte da giocare, ma a volte le giocano male e perdono la partita. Ci sono altre persone che giā dalla nascita hanno brutte carte da giocare, ma sanno giocarle cosė bene che ricavano da esse pių di quello che speravano.
La vita č fatta d'individualitā, se la soffochi per premiare chi questa individualitā non sa svilupparla, uccidi gli uni e gli altri.