QUESTA E UNA PARTE INEDITA TRATTA DAL LIBRO" IL TRAMONTO DELL'EURO DI ALBERTO BAGNAI KE E STATA OMESSA PER MOTIVI DI SPAZIO...MA KE DA MOLTI SPUNTI DI RIFLESSIONE...
SOLO PER KI MASTIKA UN PO DI ECONOMINA...
I MAKAKI NN KAPENDOCI NIENTE KOMMENTERANNO KOME SEMPRE ALLA KAZZO ...
PORTINO PAZIENZA GLI ESSERE UMANI...:-)
http://goofynomics.blogspot.it/2012/11/il-romanzo-di-centro-e-di-periferia.htmlIl romanzo di centro e di periferia
I protagonisti sono due: quello maschile è un paese sviluppato, lo chiameremo “il centro”, con una forte base finanziaria e industriale; quello femminile è un paese, o un gruppo di paesi, relativamente arretrato, che chiameremo “periferia”.
Fra centro e periferia l’attrazione è subitanea e fatale (soprattutto per la periferia), ma, come in ogni trama che si rispetti, la diversità di origini pone qualche problema. Dove sarebbe altrimenti l’interesse della storia? La storia è interessante proprio perché i protagonisti sono diversi, molto diversi.
Il centro è un ragazzo moderno, spregiudicato, mentre la periferia è una ragazza all’antica, risparmiatrice, saggia, e un po’ repressa. Che pensate? No, non sessualmente repressa! Questo, al centro, non interessa. Non ricordate? Il centro è virtuoso. Lapida le adultere (dopo esserci andato a letto).
No, la periferia è, come dicono gli economisti, un po’ repressa finanziariamente, il che significa, in buona sostanza, che nella periferia lo Stato mantiene un certo grado di controllo sul circuito del risparmio e dell’investimento.
Ad esempio, pensate un po’ che idea bislacca, nella periferia si considera la politica monetaria come uno strumento a disposizione dell’azione del governo, da mantenere, sia pure in forma mediata, sotto il controllo della sovranità democratica dei cittadini. Avete capito bene: è esattamente quello che gli intellettuali della nostra sinistra definirebbero “populismo”, che è poi il termine con il quale certi sinistri intellettuali etichettano qualsiasi circostanza nella quale il popolo non fa ciò che loro hanno deciso che faccia. Che ne sa il popolo della moneta?