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RE: LA SINISTRA NON SOLO RUBA MA GOVERNA DA SCHIFO
Regione Piemonte
È appunto Peveraro, con il governatore Mercedes Bresso, a sottoscrivere tre derivati con tre banche, le quali incassano complessivamente una commissione valutata 60 milioni di euro. Rigorosamente non iscritti a bilancio. Report aggiunge una chicca che, se vera, ha dell’incredibile: "La Regione Piemonte è entrata in una scommessa sul fallimento dell’Italia, impegnandosi a pagare alle banche se l’Italia fallisce. Ma c’è di più e di peggio: la Bresso ha rifiutato di tirar fuori i contratti perché "ci vuole il permesso delle banche”. Commento: "Per la Bresso quindi non si può sapere che operazioni fa la Regione con i soldi dei cittadini, senza l’autorizzazione delle banche”. È vero? No, visto che l’assessore al Bilancio di Treviso offre tutte le carte ai giornalisti: "Non dobbiamo chiedere nessun permesso, sono carte pubbliche”. E ci mancherebbe altro, visto che si tratta di debiti pubblici, di tutti i cittadini. Ad ogni modo Report i contratti li ha trovati: la Regione Piemonte nei primi due anni dovrà pagare tre milioni, ma nel 2034 la rata sarà di 70 milioni. Il gruppo di Forza Italia ha chiesto l’istituzione di una commissione di indagine. Per intanto, l’ex governatore Ghigo ha segnalato che la Regione Piemonte in due anni ha portato il debito da meno di due miliardi a quasi quattro (dati ufficiali della Corte dei Conti).
Regione Liguria
La banca giapponese Nomura chiude uno swap con i fiocchi, destinato a restare avvolto nel mistero. Se non fosse che il suo banchiere, Piero Burragato, riceve un bonus che non lo accontenta (troppo magro rispetto all’affare), fa causa alla banca e spiffera tutto in una lettera alla Regione Liguria. Parla di un guadagno di 20 milioni (il solito costo che esiste ma non esiste), sostiene che il rischio che la banca Nomura ha fatto prendere alla Regione Liguria è molto elevato. E il governatore Burlando? Copia la Bresso e fa sapere che i contratti non si possono vedere senza l’assenso della Nomura. Come se fossero debiti personali e non denari pubblici. Arroganza (non solo al volante dell’auto), disprezzo dei cittadini e della trasparenza amministrativa. Qualcuno gliene chieda conto.
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