La riforma della legge elettorale agita Pd e Pdl. Se il deputato del Partito democratico
Roberto Giachetti ricorda al suo partito che, pochi mesi fa, aveva respinto la sua mozione per cancellare il Porcellum, il presidente dei senatori del Pdl
Renato Schifani sottolinea che su questa partita non ci sono margini di avvicinamento tra Pd e Pdl, i due principali azionisti dell'Esecutivo delle larghe intese. Ieri nel suo intervento al Meeting di Rimini il premier
Enrico Letta aveva detto: «A ottobre la nuova legge elettorale». «
Sulla legge elettorale - afferma Schifani -
posso condividere la fretta di Letta se si riferisce al recepimento dei rilievi della Corte Costituzionale, altrimenti non comprendo le motivazioni di questa fretta. Comunque non ci sono margini di avvicinamento. Tra Pd e Pdl le distanze rimangono».
«Per noi - spiega ancora - la legge elettorale nuova deve seguire le riforme istituzionali, altrimenti non la comprendo, e preferisco non comprendere, altre motivazioni che non mi piacciono, come quella di fare una legge elettorale per andare a votare subito.
Noi siamo per le cose lineari e per mettere in sicurezza l'attuale legge. Noi diciamo no al ritorno del Mattarellum. Per noi tutto si tiene - sottolinea l'ex presidente del Senato -: se ci sarà una chiusura pregiudiziale del Pd sul percorso di approfondimento sulla legge Severino che chiediamo per noi sarebbe impossibile parlare di un percorso comune».
Sulla reazione di
Silvio Berlusconi alla nota del Qurinale e sul nodo dell'agibilità politica del Cavaliere Schifani ammette: «
Da Napolitano -
ci aspettavamo di più: nel messaggio del Capo dello Stato, che non commento, non ho trovato quello che avevamo chiesto. Non entro nel merito perché le posizioni del Capo dello Stato si rispettano, ma ci aspettavamo di più».
Sole24OreInsomma, ora pure per il PDL la riforma elettorale è secondaria, legata all'interesse del suo leader: prima pensa a lui, poi al resto. Il Paese, giustamente, viene sempre dopo gli interessi dei singoli politici. :-)