@intermezzo scrive:
Gli insulti social ai leghisti sono una costante,
Anche questa è interessante.
Vediamo di circostanziare:
INSULTO: Secondo la Treccani tale termine consiste in una grave offesa ai sentimenti, alla dignità ed all'onore di una persona.
Fonte:
http://www.treccani.it/vocabolario/insulto/Quanto sopra esposto apre spazio a due legittime considerazioni:
1° Da anni, se non da decenni, i destricoli leghisti non lesinano di sfoggiare gli epiteti più volgari e scurrili nei confronti di terroni, negri, migranti, arabi, magistratura, europeisti, comunisti e compagnia bella.
Lecito dedurre trattarsi di un linguaggio consono al loro bagaglio culturale e di epiteti che essi stessi reputano consoni ad esprimere una determinata opinione, in caso contrario eviterebbero essi stessi di usarli. Ne consegue che se l'uso di tali epiteti è considerato legittimo dai destricoli leghisti di cui sopra che non esitano a farne sfoggio sistematico altrettanto legittimo deve essere considerato l'uso degli stessi nei loro confronti. A meno che questi ultimi non dimostrino di non meritarli.
Ma sarebbe come dimostrare la validità scientifica del creazionismo.
2° L'insulto lede i sentimenti, l'onore e la sensibilità di un individuo, e su questo non ci piove. Bisognerebbe però dimostrare che tale sacrosanto principio è lecitamente applicabile anche ai destricoli leghisti.
Un cane ha un'anima e dei sentimenti, uno schiavo una utilità ed un valore (il suo prezzo sul mercato), un utensile una utilità (tipo un giravite o una pinzettatrice), un essere umano dignità, onore e sensibilità.
Ma i destricoli leghisti non sono cani (non ne hanno la fedeltà e la sensibilità), non sono schiavi (se non della loro ignoranza più volte dimostrata), non sono utensili (la loro utilità pratica è infatti oggetti di controversie come potrebbe esserla quella di un coltello senza manico).
Che siano essere umani è questione altrettanto controversa.
Se lo fossero discenderebbero anche loro da comuni antenati africani.