@Elle66 scrive:
Qui fa fede l'art 660 cp.
Ma la questione non puo essere solo legale, deve essere innanzitutto culturale
A me personalmente quello che ha irritato ancora di piu, è stato il collega giornalista
Con quel, "non te la prendere"
Il primo pensiero, quindi l’istinto, del giornalista non è stato scagliarsi contro il cretino autore della molestia, ma salvare la diretta andando avanti quasi come se nulla fosse successo.
Che cos’era più importante, in quel momento? Parlare della partita o condannare il gesto di quel tifoso? Dare agli spettatori il pane che si aspettavano o imprimere alla diretta una svolta che mostrasse lì, sul momento, che cosa davvero vuol dire essere contro la violenza sulle donne?
Invece di raccomandare alla giornalista "Non te la prendere" avrebbe potuto dire un sacco di altre cose. Ma non le ha dette.
Capisco il tuo spirito, ispirato al dialogo, ma bastava leggere cosa scrivono, sulle femministe o sulle donne in generale, e da sola capivi il trauma che hanno subito i tuoi interlocutori, con l'avvento del protagonismo delle donne.
Ai quali servirebbe non un dialogo, ma una rivoluzione o un buon psichiatra, perche ancora oggi scambiano il corpo di una donna, e quindi la donna, come un oggetto a loro disposizione.
Fosse per questi ci sarebbe ancora il delitto d'onore. Quindi vanno isolati.
Per dirla tutta e per farla breve, io al posto della giornalista a quello gli avrei scaraventato il microfono addosso e al posto tuo avrei spedito a ricoverarsi a calci nel sedere questa specie di interlocutori.
Buona giornata
:-))