@marianute scrive:
L'istinto non si può regolare con la ragione, o perlomeno è molto difficile. Chi compie crimini odiosi, ci ricasca. Se lo togli di mezzo, elimini la possibilità di reiterare.
L'uomo, inteso come essere umano, è un animale dove razionalità ed istinto si compendiano.
A volte compie scelte in base all'uno, a volte all'altro.
Le sanzioni giudiziarie nascono come deterrente atto ad evitare scelte istintive che provochino danni a terzi.
Esse funzionano fino a quando la razionalità riconosce il subire tali sanzioni come prezzo eccessivo rispetto al soddisfacimento dei propri istinti.
Se un certo numero di individui vorrebbe rubare, stuprare, aggredire o uccidere la maggior parte di loro non lo fa per evitare di rispondere di tali atti.
Coloro che li compiono sono infatti una esigua minoranza rispetto a quelli che vorrebbero compierli.
Se su un campione di mille individui abbiamo due/tre/cinque ladri, truffatori o pervertiti è una percentuale accettabile rispetto alla massa globale della popolazione.
Ma come si fa a gestire un certo numero di individui che, consci di non avere più nulla da perdere, si sentono liberi di dar sfogo ai propri istinti più sanguinari?
Ti faccio un piccolo esempio:
Ipotizziamo la pena di morte per omicidio.
Un individuo ha già ucciso.
Sa che se lo prendono per lui non c'è scampo.
Entra in casa mia per rubare o mi rapina per strada.
Visto che tanto non ha più nulla da perdere cosa farà?
Si accontenterà di derubarmi o mi toglierà anche la vita visto che uno in più o in meno per lui non fa alcuna differenza?