@c.ioccolatino111 scrive:
Forse è un bene che ci estinguiamo, e pure le sub culture occidentali che vengano soppiantate da altre meno deboli e più patriottiche.
...e sotto sotto concordo sul fatto che chi non sa, parlo della scena mondiale, mantenere il primato avuto per 2000 anni "soccomba".
Nel film "La Caduta", le cui frasi e scene sono realistiche, tratte dal diario della protagonista, mi piace un sacco la frase di Goebbels in risposta ad una domanda della ragazza stessa, mi pare: "E che fine farà il popolo tedesco?" (si parlava di distruggere tutto, ogni minima infrastruttura superstite, condannando la popolazione alla definitiva fame/sete e morte per mancanza totale di igiene). Egli rispose: "Il popolo tedesco ha fatto nel 33 la sua scelta, ora si prepari al taglio della gola, non si è dimostrato all'altezza" e fa un gesto significativo.
Gesto che penso Traudl Junge abbia ricordato fino alla morte.
Indi si ritira nel suo alloggio dove la moglie sta avvelenando i figli, indi con lui esce in giardino, le spara e si spara.
Sarò anche etichettato "nazista", non ne soffro, anzi!, ma trovo il tutto di una agghiacciante, spaventosa coerenza. Spaventosa, inumana, certo: ma è coerenza. Meglio scomparire che vivere strisciando in un mondo che non piace.
Senza però arrivare a quel limite, nella tua battuta è inclusa una certa verità: e non poca.
Citai non a caso e più volte, la "pancia piena". Troppo piena. Divenuta troppo piena in troppo poco tempo (cfr osservazioni anche di mio Padre, grande stronzo ma grand'uomo).
Non si può, senza danni alla tenuta "morale" e civile, passare in pochi decenni dal diritto di "fustigare, quale stimolo, all'altezza dei ginocchi, il lavoratore poco operoso" nel 1880 al pagarlo quando un dirigente di allora e dovergli dare del "voi", quasi. E tollerare ogni forma di pigrizia, insubordinazione, negligenza, mancanza di rispetto anzi, dico apertamente "soggezione" verso i superiori.
Non si può in pochi decenni passare dal dare del "voi" al Padre ed alla Madre, fermandosi "a minimo 3 passi di distanza, in piedi e senza le mani in tasca", al dare della "troya" alla mamma perchè a 13 anni non consente a me ragazza di andare alle festicciole di Leo e compari dove le mani corrono su per le sottane (e niente +, non credere, avevamo anche un Decalogo che vietava gli eccessi, ma era già "troppo" rispetto a soli 20 anni prima).
Fare a botte col padre operaio, oberato dai turni, perchè non compra al fannullone studente di 16 anni una Bultaco da enduro o un impianto Hi-Fi che costa due stipendi.
Avrai visto il bellissimo film "Barry Lyndon", rimaneggiamento non tanto distante dal vero della biografia di un avventuriero irlandese messa come romanzo da W.M.Thackeray nel 1840 e quindi su pellicola da Stanley Kubrick.
Mi piace quel mondo, dove era chiaro cosa e come dovevi fare, e sempre in linea con naturali libertà e pulsioni, dove le questioni personali si risolvevano alla pistola o alla sciabola (quindi, massima attenzione a non provocare altri), dove la famiglia aveva diritto quasi di vita o morte anche sui figli maggiorenni, conviventi o meno (cfr "La donna del tenente francese", dove il protagonista maschio viene screditato ovunque avendo rotto il fidanzamento con la figlia di un gentiluomo per "mettersi" con la ambigua protagonista, una grande Meryl Streep- da un romanzo di 60 anni prima).
Vediamo come Barry fustiga il figlio adottivo, a torto o ragione non importa. Pagherà anche questo ma non come atto in sè, come errore fra gli errori dovuti al suo agire da arrampicatore sociale.
Anche questo atteggiamento viene condannato, essendo il romanzo biografico del 1840. Così come lo "spirito libero" che si mette con la ex di un ufficiale francese che non la verrà + a cercare, condannandola giustamente come libertina agli occhi della gente, viene emarginato.
Sappiamo peraltro che, a bilanciamento di questa giusta e necessaria disciplina esteriore, vi fossero poi le giuste scappatoie, la cautela, il saper fare "il gran gioco" con accortezza. Nessuno vedeva, qualcuno sapeva, altri sospettavano, tutti strizzavano l'occhiolino apprezzando la sagacia dei violatori delle necessarie rigide norme.
Vediamo quindi un mondo ordinato, dato che essere così accorti, sottili, furbi è da pochi, quindi si nota anche una giusta selezione naturale: "il mondo è dei furbi" diceva mio padre, ed è la quintessenza dal modello aristocratico e borghese che ha fatto grande la civiltà occidentale.
Il fesso scoperto in fallo a tradire, condannato al carcere per adulterio: così il "finocchio" o gay che dir si voglia, come Oscar Wilde che incautamente passò un biglietto osceno ad un suo drudo ad una cena e fu giustamente processato per sodomia.
Per contro, c'erano nobili che si portavano a letto servetti certo non invogliati a rivelare certe cosacce, o facevano "fra amici" senza che alcuno sapesse...anzi, come Wilde stesso, erano anche sposati, cosa richiesta per coprire la loro perversione.
Le valvole di sfogo esistevano, ma solo abilità e furbizia potevano azionarle: agli altri, toccava giustamente rispettare le regole, e non erano poi questi "altri", un gran numero!
L'essere umano agisce anche per emulazione: quel che non si sa se condiviso da altri, lo si vive come personale segreto.
Circa "l'andare a donne", per il 90% era di fatto castrato anche da orati di lavoro impegnativi e dal contegno stesso della stragrande maggioranza delle donne, diffidenti e formali.
Dice Freud, osservando appunto la vincente società occidentale del tempo ma anche le civiltà storiche, che dalla repressione ovvero controllo delle energie dirette altrimenti all'incontrollata copula nasce il loro dirottarsi verso cose più utili.
E certe regole "punitive" agivano in quel senso: io giovane Lord non ero cauto nelle mie avventure con le ragazze, creando scandalo, passando per "puttaniere" e ciò danneggia la reputazione della famiglia (intanto, cautamente, mio padre manteneva un'attrice come amante)?
L'augusto genitore, giusto al rientro da un "viaggio d'affari" nella capitale (cioè da un nascosto appuntamento con l'attricetta di 45 anni + giovane) mi spediva dritto in cavalleria, in India, nei Lancieri dl Bengala.
Lì ecco, date probabili scarse occasioni e certamente tenuto d'occhio dai superiori, sublimavo la furia degli ormoni nella bellicosità, oltre ad essere soggetto alla rigidissima e snervante disciplina militare dell'epoca.
Oppure, sempre nelle colonie, al seguito di missioni esplorative alla ricerca di miniere, stanti i miei studi.
Fosse come fosse, ecco dirottato il "vizio", o diciamo, il piacere indisciplinato e vissuto ostentatamente, in altro e di ben + costruttivo.
Dopo 20 anni, maturo, finalmente sposato (per ordine paterno, giustamente) ad una brava ma poco attraente ragazza madre dei miei figli, avrei imparato che o ci si controlla, e nessuno ne muore, o...ci si fa furbi, e scatta la giusta selezione.
Ai miei figli, usando anche lo scudiscio, avrei inculcato "regard the neighbours", attenti ai vicini, attenti agli altri, alle orecchie ed occhi che tutto vedono, alla reputazione.
Questo occidente, da New York a Vladivostock, con la sua ferrea disciplina interna teneva in pugno il Mondo.
Mi dirai: "ma abbiamo anche delle pulsioni, dei sentimenti!"... certo... infatti c'erano mille modi, per chi fosse mediamente accorto ed osservatore, per soddisfarli.
Innanzi tutto non è dimostrato che i matrimoni fossero tutti combinati nè, anzi, vi sono aperte attestazioni a proposito, che una relazione "imposta" non fosse poi sgradevole. Non c si facevano troppi "viaggi" circa la "Compatibilità di carattere£ (come mai salta fuori dopo anni e anni di matrimonio?...e prima?), le stesse regole sociali contenevano la risposta alle crisi coniugali od alle nozze con la persona "sbagliata".
Oltre al cauto sfogo con altri/e, per gli uomini esistevano anche compiacenti locali, ed a Londra perfino natanti in disuso ancorati ad oltre una gomena (160 mt circa) dalla riva, dove le leggi di allora impedivano alla Constabulary di ficcare l'adunco naso.
Ci si recava di nascosto, complice l'abbigliamento di allora, ampi mantelli con alto collo e larghi cappelli, la sera, mettendo una moneta in più nelle mani del fiaccheraio, nella cui carrozza ci si era spostati a tendine tirate.
Per le signore, c'erano i prestanti ufficialetti che come oggi molti ragazzi amavano "la mature", e i servi, gli stallieri, gli insegnanti di piano, amici "del cuore".
Ma la superficie, il modo di vivere dalla stragrande maggioranza, e saggia opera di controllo degli scritti di qualche "libero spirito", rendevano compatta e disciplinata, eppur più libera rispetto al post-2000, la società. Più libera perchè mille pastoie imposte dagli ideologi nemmeno erano pensabili.
Con tutto ciò non mi faccio apologeta della condizione femminile di un tempo, ovvero dei suoi estremi (le realtà non vedeva differenze nei rapporti fra i sessi rispetto ad oggi, soprattutto fra la gente fina), bensì di tutto un sistema, nel quale anche i "signori uomini" non erano certo liberi di fare quel che oggi fanno.
Ad esempio, lo stupro: la corda o le ghigliottina erano garantiti, altro che "perizie psichiatriche" ed "andava aiutato prima". Gli assassini di Federica Mangiapelo e Giulia Cecchettin non starebbero a fare i pagliacci dinanzi al PM, penderebbero da una corda da tempo...o ci avrebbero pensato i parenti, con cartucce a pallettoni o a colpi di roncola. E qualunque maresciallo avrebbe chiuso 3 occhi si "misteriose vendette di paese".
Ma Giulia Cecchettin è anche una icona, come altre, di questi tempi sbagliati. Già a guardarla, non le si danno gli anni che aveva. Un viso ingenuo, assai grazioso certo, di bimba. Il suo continuare a dar retta a quello spostato: spostato che sarebbe già stato affrontato dai parenti di lei, o dal maresciallo del paese. Ove avessero letto le sue deliranti comunicazioni, spalancati i cancelli del manicomio, la cui abolizione è un altro passo falso della ideologia.
La stessa famiglia di lei, le avrebbe categoricamente vietato di vederlo, e certo messa su un treno ed inviata da qualche zia in una remota parte del Regno. O in collegio, se cocciuta, per il SUO bene.
Se alle ragazze era concesso il "ballo del debutto" a non prima dei 18 anni, a chi le insolentiva non ea concesso di campare tranquillo. Un padre poteva esigere soddisfazione, e rifiutare di comparire all'alba spada in mano a rispondere della propria arroganze emarginava il soggetto come "codardo".
Il famoso detto, che non è regola scritta bensì tradizione, "prima le donne e i bambini", viene da metà '800, quando una nave che trasportava parte militari parte civili naufragò. Con questa frase, l'ufficiale concesse alle donne le poche scialuppe. Dei soldati, nessuno sopravvisse.
Nessuno, ad un ballo, mischiava droghe alle bevande onde approfittare delle signore. Chi per la via era troppo disinvolto con le donzelle che andavano e venivano per le faccende quotidiane, era presto notato dai gendarmi e prelevato, "redarguito" adeguatamente, ed in casi estremi allontanato con foglio di via dalla città (memorie paterne sulla scorta di racconti di colleghi anzianissimi in pensione).
Ciò non impediva un cortese corteggiamento, ne fa fede l'ottima ricostruzione di cui a "L'albero degli Zoccoli" di Ermanno Olmi.
Non parliamo poi di come venivano trattati manifestanti e scioperanti, anche a cannonate (Miano, 1898, scariche a "mitraglia" e granate contro gli edifici, 106 morti): ogni valutazione è libera, ma c'era ordine. Per inciso, il grave fatto fu alla base dell'uccisione di Umberto 1 a Monza due anni dopo e di importanti riforme circa il diritto di manifestazione e sciopero da parte di Giolitti.
Una civiltà così coesa e disciplinata poteva, e riusciva, ad ergersi a "padrona" del mondo.
L'ordine pubblico era garantito, la criminalità c'era, ma era data da fenomeni come il brigantaggio e il fisiologico livello di violazione della legge che ogni sistema sociale sperimenta.
Non c'era certo, se non confinato in alcune zone popolari particolarmente degradate, e non al livello attuale comunque, il diffuso fenemeno della micro criminalità la quale a conti fatti causa + disagio dei pochi grossi eventi.
Il patriottismo: ne parli ed ecco che infatti era un fenomenale collante sociale. Io stesso ammetto che mai comprerei italiano: lo dico oggi, ed ho argomentato perchè. 150 anni fa non lo avrei detto: ma allora non c'erano carrozze asiatiche per le vie, lampade a olio cinesi nei negozi, il tessuto e gli abiti erano prodotti guarda caso per la maggiore nella mia stessa città. C'erano dazi, modulati a seconda della posizione del Paese straniero, quindi "del miglior cliente" fino a "concorrente".
Si parlava di Europa, certo, ma come continente e come serbatoio culturale con evidenti, storici connotati comuni (merito dei Romani e del cristianesimo, va notato e veniva evidenziato), ma i Paesi erano Sovrani, con leggi e costumanze proprie e ben definite. Il confine era confine, lo "sentivi", anche se la mia città per tradizione, essendo adesa ad un particolare Paese, lo sentiva meno che altrove. Però io stesso ricordo come fosse ancora preso molto sul serio negli anni Ottanta.
Entrando dalla Svizzera un alto pennone sventolava un enorme Tricolore, anche se la tramvia allora portava dal centro città fino a 20 km entro la Svizzera. E non era l'unica: ma alla frontiera, in teoria, i gendarmi dell'una o l'altra parte potevano bloccare le carrozze e perquisire e controllare i passeggeri, cosa penso mai accaduta. C'erano come oggi tantissimi lavoratori frontalieri, italiani ovviamente.
In città, ad ogni modo, avevano una grande caserma con 1200 soldati, e linee difensive ancora oggi corrono sulle colline. Passi alpini e vallate erano guardate da forti e batterie. I porti, difesi da batterie costiere di enorme potenza site fuori città, sui monti, sulle isole dei golfi.
Non esisteva immigrazione, nè Bianca nè di colore, anzi, eravamo purtroppo noi ad emigrare: eppure, portavamo lontano l'orgoglio - giustificabile o meno - della ns nazionalità.
Ogni Paese portava alta la propria immagine, e certi "pensatori" non erano graditi allo stesso modo dappertutto. Nessuno faceva costanti paragoni con l'estero, i nomi erano nazionali o traslitterazioni da nomi stranieri. Ad esempio Washington era, come oggi, chiamato "Giorgio", così Verne era "Giulio".
Non mancavano cognomi soprattutto tedeschi e francesi, dovuti alla più che secolare dominazione austriaca e alla chiara derivazione francofona savoiarda, ed erano anzi legati a famiglie decisamente in vista.
Però, essere Italiano (...francese, tedesco, inglese...) era un vero modo di essere, che permeava la persona fin nelle convinzioni + intime: chi era cattolico, chi protestate, e ciò causava differenze comportamentali se non "dissonanti", certo diverse.
I "pensatori" anarchici e socialisti che vaneggiavano di popoli fratelli ed abolizioni delle frontiere, e di rivoluzioni politiche e del pensiero, perfino le "suffragette" (femministe). erano controllati dalla polizia, e non avevano vita facile.
La popolazione stessa li vedeva come "alieni", e dava loro retta solo su questioni realmente contingenti, come il carovita, le tasse, le dure ma educatrici condizioni di lavoro.
Chi nelle ns colonie si faceva prendere dalle forme procaci o dalle strane fattezze delle negre, al massimo poteva contrarre una unione chiamata "madamato", che non aveva pari dignità di un matrimonio, non autorizzava la compagna a risiedere nel Regno ed ovviamente non legittimava l'eventuale scura prole.
Già sposare una ragazza d'un altro paese o villaggio, se non infrequente, anzi, esponeva ad iniziali diffidenze che poi si sopivano, ma lei restava sempre "la Olgiatese" "la canturina"...ciò senza vedere nella cosa una inesistente discriminazione, solo una caratterizzazione.
La sorella di mia nonna, entrambe morte quasi mezzo secolo fa, era detta la "Fressese" avendo sposato un ragazzo del paese che sta a circa 3500 metri da quello mio paterno, ma ai tempi e fin dopo il sisma del 1980 separato da esso da una favolosa misteriosa campagna a viti ed ulivi.
Palese che fra persone di ceto elevato la cosa non si sentisse: il bel mondo viaggiava, stazionava nei Grand Hotel...ma attenzione, un politico come Draghi, sposato ad una straniera, era viso come possibile traditore, ed infatti lo è...
Oggi l'apologetica esagera il peso di certi personaggi e di talune loro esternazioni, forse prese da qualche ascoso carteggio o da una vaga testimonianza, a dar credito alla teoria che "si è sempre pensato come oggi" (vedi i negri in "Heidi", o la loro presenza incongrua in film in costume, in parti e situazioni impossibili a tempo e luogo).
Partire per il servizio militare non è mai piaciuto: uno dei motivi dell'attrito Nord Sud che portò al brigantaggio fu la leva di massa, non applicata sotto il Borbone. Ma i coscritti, alla fine, li vedevi col fazzoletto tricolore al collo a tracciare, tollerati bonariamente dalle guardie, coi gessetti, il WE la classe 18** o 19** e si usava fino a 3 decenni fa.
Oggi il tricolore lo si sventola per una sciocca manifestazione calcistica, a favore di una squadra che di italiani non ne allinea che pochi: lo si sventola dai finestrini di Toyota, Pugeot, Hiunday, scattandosi foto o mandandosi messaggi con apparecchi made in Cina, da parte di persone che per gli altri 364 gg dell'anno maledicono il Paese.
E' una colossale pagliacciata.
Ai tempi, e si nota ancora su molti balconi, le ringhiere avevano un porta bandiera: essa si esibiva al compleanno del Re, al 20 Settembre (Breccia di Pta Pia), negli anniversari delle vittorie, la domenica, ecc...
I nomi dei nascituri, quelli dei nonni o al massimo di simpatici defunti zii, o caduti in guerra o sul lavoro, o dei Santi.
Nomi come Thiago, Sue Ellen, Jessica, Kevin... il prete non li avrebbe accettati al battesimo.
A scuola, invece di blaterare di diritti "umani" e "civili", dapprima di parlava di "Doveri" verso la famiglia, la Patri, di ordine e compostezza, poi si celebrava la memoria dei Grandi del proprio Paese.
Rivoluzionari e ribelli non erano menzionati o menzionati solo quale pessimo esempio.
Non si parlava di "clima", non si faceva politica "alternativa", la Scuola era del governo e diceva ciò che il Re ed il governo ordinavano di dire. Nessuno sparlava del progresso che "distrugge l'ambiente".
Nè si insegnava che "le Razze non esistono" e che non ci sono i due sessi, o peggio ancora.
...anzi!
Era bello essere patrioti, perchè si era parte di qualcosa. Essere italiani, già creava un esimente verso altri. Essere onesti, altro esimente, Essere un domani padri di famiglia, altro esimente.
Si aveva contezza di una propria precisa collocazione, dal mondo alla società anche vicina, del paese o del quartiere: bianco, europeo, italiano, cattolico, bravo studente, suddito devoto, padre di famiglia.
Sapevi CHI eri!