@sempreamicotuo scrive:
Ciao, ho cercato di leggere con la massima attenzione i tuoi post ma, come già detto, la situazione per tutti i motivi noti è, purtroppo, quella che è.
Detto questo le domande fondamentali restano due:
La prima è: come e perchè siamo arrivati a questo?
Le aziende rincorrono l'utile, ma per vendere hanno bisogno degli acquirenti, che siamo noi ed abbiamo bevuto golosamente a questo bicchiere, senza imposizioni dirette ma solo per condizionamenti vari e ripetuti.
La seconda è: come ne usciamo?
Mi pare di capire che tu non apprezzi Draghi, che però almeno in Europa mi pare l'unico che abbia proposto delle soluzioni. Attuarle o meno però è un altro discorso, condizionato dalle esigenze e dalle scelte operative della popolazione, alle quali i politicanti e gli industriali di fatto si adeguano: i primi per acquisire voti, i secondi per incrementare gli utili; resta il problema degli economisti, che dovrebbero valutare e proporre nuove forme o metodologie utili per risolvere questa situazione.
Personalmente non sono abbastanza preparato in materia, non ho soluzioni in tasca, non saprei cosa proporre e comunque mi chiedo: ma esisterà qualcuno in Europa disposto a pagare di più per un prodotto europeo, quando lo può trovare al 50% in meno dai paesi esteri? Perchè se nessuno è disposto a questo, se nessuno è disposto a rinunciare a qualcosa....la vedo molto male.
..esiste una Storia con cremagliera che punta sempre verso nuove soluzioni, il tempo non ha barriere, è m fluido.
Mi riferisco ai dazi, ma prima ti rispondo.
- Siamo arrivati a "questo", se intendi il cd consumismo, per effetto di quanto creato dal capitalismo dopo la caduta dello Ancien Regime a fine '700.
Quella sì che fu una svolta, ma nemmeno essa irrecuperabile: certi scrittori di fantascienza non esulano dal proporre civiltà ad un tempo tecnicamente al ns livello o superiore ma organizzate secondo sistemi pseudo feudali.
Mastro5 erra solo nel considerare, con ottimismo, applicabile a modulo (è un informatico, di fatto un meccanico dell'elettronica programmata) il clichè dei precedenti passi, abbastanza rapidi e recenti - rispetto ai tempi della Storia - del fenomeno dal capitalismo industriale. Cioè non è detto che ad ogni innovazione o presunta tale debba obbligatoriamente, come avvenne pur tra forti constrasti, corrispondere un miglioramento per tutti.
E' però vero che l'Uomo cerca di vivere meglio. Quindi progettisti e produttori inventarono cose che potessero darci maggior agio. Tutto accadde sostanzialmente fra la 2 metà del '700 e...pochi decenni fa, dato che oggi il meccanismo "innovazione = benessere" pare essere arrivato a fine corsa, come ovvio.
Non si deve, a mio avviso, cadere nello sbaglio di vedere masse di centinaia di milioni di beoti illuse che avere la stufa in ghisa al posto del piccolo focolare in un angolo fosse meglio ed invece non lo era: lo era eccome. Così come avere la motocicletta Gilera invece della bicicletta indi la 600 invecve della Gilera indi la Giulietta 1600 invece della utilitaria. E case coi caloriferi al posto di una sola stufa messa in corridoio o peggio in un solo ambiente: mia mamma dormiva con la trapunta, calze e guanti di lana e il cappello a cuffia, come si vede anche in quadri di 5 secoli prima. I caloriferi a parità di combustibile consumato (e pagato!) distribuioscono meglio il calore.
Ciò vale per mille e mille prodotti, dalla cura della persona al suo benessere.
Prova a lavorare, pressato dai capi, a 40° senza condizionatore o ventilatore: crepi di crepacuore, sei stressato, puzzi (e le donne ti evitano, quelle intelligenti e fini), sei a corto di forze, sbagli e vieni cacciato.
Idem al gelo. Osserva le vecchie foto: nanetti infelici dall'aria consumata già a 40 anni. Il resto della vita, fino ai 65/70/80 passato da vecchi. Non avevano svaghi, non avevano modo di ampliare le conoscenze, vivevano nel disagio: ne fanno fede detti e massime popolari, dove l'elemento necessità e difficoltà del vivere occhieggia ad ogni parola.
La produzione di massa, in patria, di beni a a basso costo consentita dai metodi industriali alzò la qualità del vivere: la politica più attenta, da parte delle cd "sinistre", dei sindacati allora nascenti, portò a lotte e provvedimenti per ridurre (in Occidente) gli orari e aumentare le paghe, e + soldi in saccoccia sono maggiore liquidità che si riversa nel circuito economico nazionale.
Le aziende come giustamente noti han bisogno di noi, ovvio, e nessuno ci impone di desiderare vivere meglio. Esistono, da quando a fine '800 s'è imposta la psicanalisi, modi ben studiati per stimolare i consumi: ma anche il mercante di piazza del medio evo, gridando "belle signore, con queste stoffe sembrerete principesse" (in un'epoca di enormi divari socio economici) agiva su un desiderio di emulazione e riscatto. La moderna pubblicità segue in maniera + perfezionata questo modulo: agisce tutto sommato su ciò che desideriamo, magari non esplicitamente.
Nessun revolver puntato: abbiamo oggi anche una istruzione cento volte maggiore di soli 90 o 100 anni fa quindi maggiore QI e capacità critica, allora: possiamo, se vogliamo, resistere ai richiami di ciò che è superfluo ai fini della reale qualità di vita.
E' appunto questo circuito fra consumatore e produttore ad essere stato messo in crisi nemmeno tanto tempo fa: dalla caduta del Muro di Berlino.
Giova dire che il liberoscambismo, con la feroce concorrenza fra Paesi, fu all'origine della 1 GM, dato che la scuola economica privilegiava + il lassai faire lassaire passer che il protezionismo, pur prevendendoli allora come oggi, entrambi. Ma il primo era quello più caro agli imprenditori, in certi momenti e luoghi.
Ad esempio: i famosi "Sudisti" statunitensi. Il Nord esprimeva politici con idee protezionistiche, volte a far sviluppare un mercato interno di merci nazionali, quindi con un volano virtuoso fra domanda e produzione.
I "sudisti", essendo le loro zone a fortissima vocazione agricola, erano esportatori di cotone non solo, divorato a milioni di tonnellate dal tessile europeo, non solo nazionale ovviamente, erano libero scambisti, quindi detestavano i dazi che avrebbero reso + costose le merci europee in entrata negli USA.
Ecco indirettamente che vado in argomento circa la tua seconda domanda. Il Nordista era disposto a pagare le balestre della carrozza qualche dollaro in più ed averle forse peggiori di quelle in acciaio tedesco od inglese, ma vedersi alla fine tornare in saccoccia i soldi sotto altre forme, ovvero occuazione, maggior PIL interno quindi maggiore liquidità in banca, maggiori salari da spuntare, maggiori opportunità di impiego, e nn dimentichiamo il finanziamento della corsa al west.
Al sudista ciò non importava: JC Calhoun disse "le nostre fabbriche sono oltre oceano" (non ti fa venire in mente l'asia di oggi?). Solo che appunto....il Sud era latifondista, era un esportatore conveniente usando la schiavitù (sebbene a conti fatti essa non fosse così economica), a causa di essa i piccoli poderi nn decollavano non potendo competere con le immense piantagioni.
Non decollava a sud alcuna industria, dato che dalla ns Europa arrivava tutto: si arrivò a coniare monta sotto forma di buoni/cotone.
Il divario fra Nord protezionista - vedi Trump - e Sud liberoscambista causò la Guerra di Secessione.
L'industria del nord prevalse, il Sud ancora oggi è deliziosamente un èà sottosviluppato, e lo era molto di più fino ad oltre gli anni 80. Suggestivamente rurale, a basso reddito, era ed è però parte di una grande realtà nell'insieme ricchissima.
I protezionisti fecero crescere l'America al livello che conosciamo, dato che essa non aveva e non ha bisogno di impportare a basso costo. E' banale dire che "il prodotto americano è + caro di quello cinese": ma chi nn ha lavoro non compra nè l'uno nè l'altro. E il lavoro alle aziende nazionali come lo si dà? Rendendo non competitive le importazioni.
Il ricco piantatore sudista, dalla vita elegante e stravagante basata su antiche tradizioni quasi feudali importate dall'Europa due o tre secoli addietro, era come i grandi padroni del capitale UE di oggi, cui fa da portavoce Draghi.
Il colono sudists, era come noialtri: non vendeva perchè a differenza dei grandi poderi con schiavi e produzione di massa organizzata era meno economico: infatti pur battendosi politicamente per "la causa", alla fine i soldati sudisti iniziarono a disertare, non in massa ma la cosa si notò. Ciò accadeva anche a Nord, perchè c'era chi giustamente vedeva nella sbandierata "liberazione" dei negri un elementi di concorrenza sul mercato del lavoro )non ti ricorda l'attuale migrazione verso l'Europa o gli USA?).
Come vedi, i sistemi che precedono il liberoscambismo totale o parziale creano povertà.
Gli USA risolsero ai tempi la faccenda rivalutando il Sud con le leggi Jim Crow pur non recuperando ad esso il precedente ruolo: esso languì lentamente per 140 anni. Il negro fu certo un elemento di concorrenza contro i biamchi, perchè liberato non chiedeva di lavorare meno o di prendere alte paghe, era già pago di essere libero e stipendiato anche se poco. Fu però confinato a determinate mansioni per oltre 115 anni.
Inoltre al momento l'economia USA a causa del protezionismo cresceva, ed anzi, anche il "bovero nigro" col suo magro salario alimentava il...nuovo fenomeno del consumismo.
I sistemi daziari non sono un muro che blocca i commerci: mirano a proteggere determinati settori. Ecco perchè gli USA andarono verso un conflitto interno: una parte voleva libero scambio fra prodotti agricoli nazionali e prodotti industriali esteri (il Sud), l'altra voleva proteggere integralmente ogni settore economico nazionale, anche agricolo.
Non ci sono nuove soluzioni. O si lotta con la concorrenza, ad armi pari, o si debbono mettere dazi o tasse sul prodotto straniero se si vuole salvare l'analogo settore produttivo nazionale.
L'apertura ai mercati asiatici fu voluta 34/35 anni fa alla fine del sistema politico dei 2 blocchi dimenticando che appunto esso aveva protetto l'Oocidente ed il suo benessere.
Furono le banche per prime ad investire in Asia, dove i regimi comunisti aprirono parzialmente a forme di mercato, come la Cina ma non solo essa, tutti, Vietnam compreso, tutti formalmente comunisti.
A ruota, ecco gli imprenditori, per due motivi:
- l'illusione di poter piazzare i costosi ed allora (allora) buoni prodotti europei in Asia
- la cpudigia, miope, di produrre laggiù vendendo quaggiù.
Già ai tempi dissi che era una idiozia.
Infatti, e lo noti tu stesso, per campare meglio certo abbiamo bisogno di comprare, ma non necessariamente io dico risparmiando. Già ho detto che prima dell'abolizione dei dazi le industrie nazionali di ogni genere lavoravano a pieno ritmo: tutti avevano lavoro, e questo bypassava il costo del singolo prodotto. Nemmeno se ne parlava, fino alla apertura agli asiatici.
Pagare 100€ un paio di scarpe era normale: adesso col prodotto asiatico le paghi 25€ ma... le paghi sei hai soldi nel borsellino!
Li hai?
No!..."tu" vai a fare prestiti in banca, ecco il pasticcio. Lo fai perchè hai perso il lavoro, perchè appunto la concorrenza impedisce di chiedere aumenti salariali una volta cosa normale, esisteva la Scala Mobile che aumentava automaticamente il salario secondo l'aumento medio dei prezzi all'ISTAT.
Ogni scadenza contratto causava aumenti. Ad essi corrispondeva un positivo aumento o mantenimento del livello di consumi.
Cosa giustamente osservi? Anche chi produce ha bisogno dei tuoi soldi...ma se non lavori, se perdi l'impiego, cosa succede?
Che crollano i consumi. E poco importa il prezzo del prodotto, lo prevedevo: adesso anche la Cina paga questo perverso meccanismo, è un colossale crisi da sovraproduzione.
Il sig Meliconi che vive in una villa di 600 mq nelle colline senesi, ha spostato la produzione in Cina e come lui il sig Manuli, marchigiano, della Manuliplast... fra poco la dovranno vendere, la villa, perchè qui nessuno lavorerà più e nessuno comprerà le loro ciofeche made in cina e solo sulla carta made in italy solo perchè 1/10° della vecchia forza lavoro le assembla (forse, mica detto).
Vuoi ancora pagare le scarpe 25€? Allora rinuncia alle 8 ore, fanne 18. Come in Asia. Rinuncia alla paga che hai, prendi 250€ come in Asia. Non fare ferie. Non ammalarti, non sarai pagato, anzi, sarai cacciato.
Ecc ecc ecc...
Vivere da cane solo per non spendere il doppio?
E che spendi a fare se non vivi? Se nn hai tempo libero, se la tua coscienza crolla dinanzi al lavoro che ti chiama 18 ore al giorno, cosa te ne fai della TV a 250€ invece che a 1200? Tanto nn la vedi lo stesso, vivi spossato dal lavoro come 150 anni fa.
Finite le vacanze, le serate con gli amici, ti riduci come i cinesi, senz'anima, macchine da lavoro.
Come i ns bisnonni, poco + che bestie, anzi, non offendo le bestie.
Mi dirai: "ma ci saranno altri modi?"...no, non esistono altri modi, non esistono virtuosismi di economisti che vivono avulsi dal reale.
Come ti ho detto, si consumava anche avendo dazi e contingenti: non è col prodotto cinese che si è iniziato a vivere bene, anzi!... I dazi proteggono TE, e vedo che è una cosa così banale ma davanti alla cupidigia di avere 3 paia di scarpe invece che due non lo vuoi capire.
Trovi meglio lavorare poco avendo tempo per te, per la tua realizzazione personale, avendo la malattia pagata, ferie per rilassarti e godere la vita, una pensione a 75 anni... o pagare poco le mutande, che puoi egualmente comprare?
Preferisci una vita di qualità o l'armadio pieno? Esso era pieno anche quando c'erano i dazi, non ricordi gli anni 70 e 80?
Non solo: se si mettono delle valvole alla eccessiva concorrenza internazionale, esiste quella INTERNA,
Cosa hai detto? I produttori hanno bisogno di noi. Quindi debbono vendere. Ecco che se riportati ad un corretto sistema di relazioni fra lavoro e capitale, tornando qui la produzione, dovranno poi come un tempo ragionare in termini di domanda e offerta, comprimendo gli extra profitti.
Da quando si sono spostati in Asia, fino ad oggi e non + per molto, anzi, già calano i dividendi, hanno guadagnato dieci volte + di prima, ma il giocattolo ormai si sta rompendo.
Draghi, queste cose non le capisce o meglio, fa finta.