@ormentius scrive:
per entrare in DDR si facevano ore di fila... tante ore. e li mica scherzavano... non ti dico a Berlin.
e la mani sotto il kiulo.... la sudorazione.....
da noi entrano cani e porci e se non entrano vengono risarciti.
...anche per recarsi in Francia o Slovenia.
E dico NO ai migranti, per motivi ampi e già esposti.
Circa i controlli al confine coi Paesi del Patto di Varsavia occorre dire che quei regimi temevano l'afflusso di elementi disturbanti, se non sovversivi, e spie.
L'occidentale poteva screditare, con quel realmente poco di benessere in più che ostentava, i credo impartiti in scuole non dissimili da quelle oggi gestite secondo il "politicamente corretto".
Un walkman, qualche capo di abbigliamento un pò più alla moda, soprattutto il racconto di come ci si muoveva (era il cruccio dei cittadini dei paesi dell'Est: anche fra loro, pur alleati, i confini erano sorvegliati e non c'era motivo per viaggiare se non per lavoro o studio), accenni alle libere elezioni, ai superiori consumi voluttuari, erano cose dirompenti per i Partiti.
Si temeva che nelle automobili si celassero apparati spia, che venissero anche importate droghe, va detto. O armi, perchè no. O vi fossero pubblicazioni eversive.
Anche scattare fotografie era pericoloso, meglio evitare o palesemente immortalare monumenti storici noti.
Ma posso dire che fino almeno a Schengen (1985) nemmeno e ben giustamente anche in Occidente si viaggiava alla disperata come oggi: nessun formale divieto, anzi, ma controlli ce n'erano. Innanzi tutto, fino al 1972 credo era necessario il passaporto e fino al 1985 ancora in certi Paesi. Come oggi da e per l'Italia soltanto, limiti al contante od agli assegni se non preintestati, e fino ad un certo importo. Era uso dotarsi in patria di una certa somma in valuta, calcolata in partenza, prima di recarsi all'estero, ed estero era davvero. Ciò anche perchè il cambio fatto in patria era + conveniente che fatto a destinazione: non dico poi quello applicato degli esercenti!... c'era poi chi non voleva alcune valute.
Alla stazione di Como, ove operava mio padre come ufficiale di PS, controllo passaporti. Idem a Chiasso. E così a Ventimiglia indi a Mentone. Passaporti ed, a campione, bagagli: il confine si sentiva, ed era giusto. Si andava a casa altrui, non dimentichiamolo!
In un film, è girato proprio alla dogana di Chiasso il fermo di un Sordi che cerca di esportare valuta non dichiarata.
Salendo verso l'Austria, le opere del Vallo Alpino erano ancora attive ed anzi ben ripristinate dalla Nato. Nulla si vede e vedeva, alcune erano camuffate da case cantoniere ANAS - una è stata demolita per allargare un tornante, ma la parte corazzata interna, troppo "tosta", leggo sia adesso visibile: ciò dopo il 1995 - , ma era vietato, recitavano frequenti, penso ancora visibili in parte, cartelli, fare riprese cine o fotografie senza permesso. Analizzando accuratamente le immagini, chissà, i Servizi avversari avrebbero notato delle "stranezze" invisibili ad una banale osservazione o dedotto ove potessero essere posizionate eventuali difese.
La gente, in realtà, scattava dalle auto o sostando, incurante dei cartelli: ma fosse mai passata una pattuglia della GdF o dei CC, ecco potevano esserci problemi, come minimo la consegna del rullino.
Mai che da un bel panorama alpino abbia poi sentito dedurre la presenza di fortificazioni.
Esse semmai erano menzionate a mezze parole dai soldati in licenza o congedati: sapevamo che potevano essere appunto camuffate da edificio rurale o casa ANAS, o da innocuo deposito materiali, di quelli visibili in cantiere, per detto Ente.
Inoltre, gran parte di esse era ed è integrata in quello che ai tempi era un ambiente poco o punto toccato dalla mano umana, quindi ogni anfratto, masso, strana formazione naturale, fessura o antro poteva nascondere chissà cosa.
All'atto pratico, si andava a Salisburgo, Vienna, in Svizzera o Costa Azzurra come oggi, e chi non ricorda le vacanze in Vespa lungo le coste Jugoslave?
Il movimento dei cittadini slavi e DDR verso ovest non era affatto facile, invece. Erano controllati i motivi, e le famiglia in patria erano come un "ostaggio" se chi fosse stato oltre cortina avesse fatto scemenze. Fra le quali, riferito da un polacco a mio padre in treno, lo sparlare del regime. Il tizio, scesi due civili dei quali riferì aver avuto paura come spie del suo paese, si aprì con un agente credendosi al sicuro, non sapendo che i Servizi hanno mille travestimenti. Gli andò bene.
Nè erano poi desiderati: potevano essere spie, agenti segreti in appoggio ai movimenti sovversivi di sinistra.
Solo pochi rifugiati erano ammessi ed accolti anzi a braccia aperte a tutto vantaggio della propaganda.
Il fenomeno delle "gabbie aperte, fuori tutti!" è posteriore alla caduta dei regimi di sinistra e della Cortina di Ferro. Da noi inizia con la Legge Martelli del 1990, un vero Vaso di Pandora o WC di Pandora m, meglio ancora!... ma sempre dopo la caduta dei due Blocchi.